di Nja
Eccoci qua, vacanze di Natale pressoché finite, forse quasi per fortuna.
Come ogni anno bisogna smontare l’albero, sistemare i vari addobbi, arrotolare le luci, riordinare i pastori del presepe nel proprio scatolone. Mentre ci occupiamo di tutte queste faccende “da adulti” e ci affacciamo al lunedì più lunedì di tutto il duemilaventiquattro i pensieri inevitabilmente si affollano su quanto siano sempre gravose le feste.
Le corse ai regali, le abbuffate, il trascorrere tempo con persone che durante l’anno non vediamo quasi mai (in realtà proprio mai) e ancora i giochi di società dove inevitabilmente si perde sempre e inoltre la pressione sociale dei convenevoli familiari. Da adulti tutto inizia a sembrarci banale, scontato e insipido e a volte pesante. Dove trascorrere la sera della Vigilia? Cosa cucinare? Dove festeggiare il Capodanno?…
Circa quindici giorni di frenesia accompagnati dal profumo di baccalà e di cannella delle cucine.
Poi tutto finisce e tiriamo un sospiro di sollievo per esser riusciti a uscire incolumi dalle festività anche quest’anno.
Gli alberi addobbati con luci e palline dopo il loro onorato servizio ritornano sulle soffitte e negli ripostigli in attesa del Natale che verrà.
Allora mi chiedo, dopo corse e convenevoli la magia del Natale e delle feste dov’è? Cos’è?
Ho pensato a lungo prima di rispondere a questo quesito, poi ho sorriso.
Ho ripensato a quando ero bambina e quei giorni di vacanza da scuola sembravano infiniti, lo scorrere lento della vita, delle cose, del tempo che quasi per me rallentava; il piacere dei pranzi e le cene con cugini e amici con cui amavo ritrovarmi. Questa magia la vedo oggi negli occhi di mia figlia e di tutti i bimbi che attendono speranzosi che Babbo Natale scenda dal camino anche se un camino in casa non c’è, che sognano cose fantastiche e che credono che tutto sia sempre possibile.
Ecco per questo duemilaventiquattro voglio imparare dai bambini. Non voglio aver solo buoni propositi ma spero di esser capace anche di vedere il mondo e la vita con la semplicità di un bambino nelle feste di Natale, di credere che con l’impegno tutto sia sempre possibile, di non fare del vissuto solo bilanci ma anche di fare somme di quello che di buono e piacevole è stato ma che può ancora esser fatto.
Di dare largo spazio alla leggerezza, di sorridere alla vita nonostante tutte le prove che nasconde. Per questo inizio anno mi auguro una ripartenza splendida, ricca di obiettivi che però non siano simili a uno sprint di cento metri ma che assomiglino più a una maratona da conquistare nel tempo, nel proprio tempo.
Credo che forse sia proprio questo quello che ci lasciano le feste e che spesso dimentichiamo: avere la possibilità di poter ricominciare, il poter acquisire consapevolezza di quanto potremmo migliorarci sempre e riscoprire la bellezza della vita attraverso la fantasia dei bambini.
Adesso scusate riprendo a risistemare gli addobbi… sicuramente però con occhi diversi.

