3,2,1… Saldi!

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di Nicoletta Iacono

Questo mese in tutte le regioni, eccezion fatta per la Valle D’Aosta che anticipa al giorno tre, il cinque sono iniziati i tanto attesi saldi.

3,2,1 via… Tutti pronti ad accaparrarci quel capo, quel profumo, quell’oggetto che avevamo visto qualche tempo prima e che tanto desideravamo; letto il prezzo sul cartellino però allora avevamo desistito e ci eravamo ripromessi che lo avremmo acquistato appena possibile a un prezzo ridotto (sperando in cuor nostro che il brand o meglio la multinazionale di riferimento che lo produceva lo avrebbe messo nei prodotti “da scontare”).

Per questo duemilaventiquattro a saldi iniziati io non ho acquistato ancora niente e credetemi non perché non volessi o perché dettata da uno spirito parsimonioso ma perché, complice la fine delle vacanze, il rientro al lavoro e una forma influenzale che non ricordavo dai tempi del liceo mi sono dovuta occupare un attimo di cose più importanti con un po’ di rammarico.

Di solito, inoltre mi piace, soprattutto se accompagnata da un’amica di vecchia data, tuffarmi nelle vie principali alla ricerca di quel cappotto cento per cento poliestere che tanto desideravo, o di quella maglia di puro acrilico raffinato che solo sfregandola mi avrebbe fatto fare scintille nel vero senso della parola.

Però ci ho riflettuto ed ho capito che probabilmente non è lo shopping di per se che mi piace, certo in alcuni momenti è davvero terapeutico, ma non durante i saldi. Complice il marketing, il prezzo ridotto, le vetrine illuminate alla ricerca dell’affare del secolo ci lasciamo andare e acquistiamo senza pensare. Durante questo periodo forse ricerchiamo quel pezzo in più che nell’armadio non ci manca ma che vorremmo per puro spirito edonistico. Perché dobbiamo averlo e basta. Magari il colbacco russo comprato perché in quel momento ci piaceva come ci incorniciava il viso poi non lo metteremo mai a causa della sua composizione che ci irrita il cuoio capelluto e forse neanche quella gonna di viscosa verde indosseremo mai, proprio perché troppo verde.

A me personalmente più dello shopping online piace entrare nei negozi per la compagnia, condividere quel momento d’ilarità e spensieratezza con qualcuno con cui tra un calzino e una sciarpa condivido e narro la mia vita, condivido e ascolto la sua. Mi piace che mentre racconto qualcosa di serio la mia amica mi dica: no questo pantalone non fa per te, prova quello.

Ripeto, adoro questo periodo ma, “sottoscrivo ancora”, non per le cose che vorrei comprare ma per la compagnia, per poter rallentare e fare qualcosa che mi piace con qualcuno a cui voglio bene, per trascorrere insomma ore di svago e spensieratezza. Non ho una mera visione consumistica e capitalistica di quelli che una volta erano chiamati “gli sconti” ne tanto meno voglio giustificare il “fast fashion” ma so purtroppo che a volte ne alimento le casse.

Non è un mea culpa eppure non ne vado fiera, e mi piacerebbe cambiare il sistema e avere un’ottica più attenta ed ecologica, iniziare ad affacciarmi al vintage e al “second hand” acquistando con più oculatezza cose sicuramente migliori.

Mi riprometto quindi quest’anno di acquistare meno banalità e più cose di qualità… Cose che non abbiano solo valore economico ma anche significato, oggetti necessari e non solo oggetti che riempiano un armadio che poi non apro, cose allora che non siano a tutti gli effetti solo cose. Cose che… come l’amicizia mi sappiano durare nel tempo.