di Nicoletta Iacono|
Da oltre vent’anni si celebra il 4 febbraio la giornata mondiale contro il cancro sostenuta fortemente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Non è di numeri che vorrei parlarvi, i dati per quanto riguarda le neoplasie sono da capogiro ed è facile reperirli sul sito del Ministero della salute.
Fino a tre anni fa, personalmente non ricordavo questa ricorrenza, forse avrò distrattamente pubblicato qualche post sulla mia pagina Facebook per sentirmi solidale. Tutto qui.
Poi, un giorno qualunque il cancro, “la malattia”, ha bussato anche alla porta del mio nucleo familiare d’origine facendo in modo che non potessi mai più dimenticare la data del quattro febbraio.
Non voglio intristirvi, voglio raccontarvi una storia, la storia di tanti supereroi attraverso il mio vissuto.
In una giornata come questa voglio raccontarvi la mia esperienza perché per me scrivere è raccontare se stessi attraverso le parole.
Qui in Campania vantiamo un polo di eccellenza, l’Istituto Nazionale Tumori IRCCS conosciuto meglio come “Il Pascale”. Io ne conosco i padiglioni e le sale d’attesa, le sedie verdi del piano terra, i pavimenti appiccicosi blu che fanno cigolare i tuoi passi…
In poco tempo quel posto era diventato un luogo che frequentavo spesso.
Ho fatto file lunghissime, ho atteso risultati d’esami dietro porte che mi sembravano blindate, ho contato i minuti sperando, ho trattenuto il respiro dinnanzi a equipe mediche e soprattutto ho finto di esser forte per tutto il tempo.
Non mi piace l’espressione che si è soliti dire “il paziente ha perso la sua battaglia”, i malati di cancro per me non perdono; sono eroi il cui requisito per diventare tali è indossare il dispositivo medico CVC o iniziare a perdere i capelli.
Il cancro che ha deciso di sfidare la mia famiglia era uno di tipo aggressivo e abbiamo dovuto imparare a muoverci in fretta.
Dopo la diagnosi inizia la vera e propria battaglia, si è obbligati a uscire da quello stato di apnea in cui si vive durante tutti gli accertamenti e inizia la vera lotta: quella contro il tempo.
Si il tempo. Perché una cellula inizia a impazzire, decide di volerti mangiare anche se quella cellula è una parte del tuo essere, vive la sua vita grazie a te, si nutre di te a tal punto da provare a distruggerti proliferando e infiltrandosi negli organi e nei tessuti alterandoli. Una cellula che da tua diventa il tuo nemico.
I malati di cancro sono eroi, lo ribadisco, e la neoplasia è l’antagonista della nostra storia. È il Joker di Gotham city, è il Lex Lutor di Smallville, è Mangiafuoco nel paese dei Balocchi…
Ci sono oltre duecento tipi diversi di cancro, oltre duecento tipi di rivali, ognuno ha un nome che fa paura, e per ciascuno di essi vi è una personalizzazione della terapia, a volte può bastare l’intervento della medicina chirurgica altre invece non è sufficiente o come nel caso che mi ha colpita da vicino non è fattibile e si procede con un alta cura.
Radioterapia e Chemioterapia, questi sono i nomi delle cure, dei nostri aiutanti. Sono nomi che se devo essere sincera però ho ancora paura a pronunciare, sono nomi che raccontano le emozioni e le sofferenze delle persone perché il loro supporto purtroppo non lascia indenni.
Ecco, in questo giorno non volevo sconfortarvi, ma raccontarvi un pò questa storia.
Io vorrei rendervi maggiormente consapevoli e attraverso la mia esperienza affermare che davvero la ricerca e la prevenzione sono i superpoteri di cui abbiamo bisogno.
Se credete in un progetto scientifico e ne avete la possibilità promuovetelo, non sottovalutate l’importanza della ricerca; ma soprattutto non rimandate quella visita, quell’esame di routine che non viene fatto per noia o per paura.
Non sottovalutate.
Il mio non vuole essere un monito ma vorrei invitarvi a credere nella medicina preventiva, a non trascurare i fattori di rischio, a spingervi verso un’educazione alla salute e a credere in stili di vita sani e attivi.
Perché un giorno non molto lontano non ci si debba preoccupare dello stadio tumorale, ma ce ne si possa occupare come qualcosa di semplice, perché la ricerca e la prevenzione hanno fatto passi in avanti vincendo sulla malattia.
Fate la vostra parte, accompagnando qualcuno a fare quella visita che non vuole fare, smettendo di fumare educando le nuove generazioni a stili di vita consapevoli.
Fatelo, per chi non può farlo più e per chi è ancora in guerra con il cancro.
Fatelo, io provo a farlo nel mio piccolo, per mio padre che anche se non può combattere più resta sempre il mio supereroe preferito.

