Una rubrica a cura dello Chef Alessandro Nistri|
Dolce per eccellenza del martedì grasso che non può mancare sulle tavole a fianco della Lasagna e delle Chiacchiere, oggi parliamo del Migliaccio.
Di origine napoletana, in Campania la sua ricetta originaria prevedeva l’uso del miglio (da cui prende il nome) poi successivamente semola, in passato veniva visto anche come piatto unico e veniva preparato qualche giorno prima del carnevale.
Ischia ha preso in adozione l’idea di questo dolce creando una personalizzazione unica al mondo, che con un sapore particolare ed inusuale gli ischitani nella loro visione e versione diversa introdussero l’uso degli spaghetti al posto della semola.
Se dovessimo darne una collocazione sociale, questo era un dolce estremamente povero e veniva preparato dai contadini con ingredienti che non mancavano mai nelle case e soprattutto per evitare che non si buttasse via nulla. Parliamo di uova, latte e semola avanzata (nel caso ischitano spaghetti). Pensate che la ricetta “primitiva” prevedeva addirittura l’uso del sangue del maiale (il sanguinaccio) a posto del latte, mescolato col miglio e uova.
Ha una collocazione storica secolare, modificato e rivisitato in tante occasioni, con canditi o senza, resta da sempre al tavolo di festa, un ricordo di tempi passati che accomuna bambini ed adulti.
Nelle festività principali spesso era proprio la tavola che creava comunità in una famiglia o stava a sottolineare l’inizio o la fine di un periodo di una stagione addirittura, come gli struffoli a Natale così infatti anche il Migliaccio veniva visto come pietanza che rappresentava un preludio alla primavera e la fine di un inverno oramai alle spalle.
Strano pensare che spesso erano i dolci che segnavano il passaggio tra le stagioni. Un dolce morbido e profumato e saporito, che rientra nelle “ricette di un tempo” quasi dimenticate e perse nella pasticceria attuale, ma voluta e tramandata fortemente dall’attaccamento alle tradizioni.
Vi lascio la mia versione del Migliaccio Ischitano:
Ingredienti x 2 ruoti da 24 cm
Spaghetti 500 gr
Zucchero 150 gr
Miele millefiori 100 gr
Strutto 50 gr
Uova di selva 8
Latte di capra 700 gr
Buccia di limone q.b.
Buccia di arancia q.b.
Bacca di vaniglia 1
Pecorino 40 gr
Zucchero a velo q.b.
Procedimento:
In una pentola portiamo a bollore il latte con lo zucchero, lo strutto, il miele. Cuociamo gli spaghetti in acqua bollente, portandoli fino a metà della cottura e finiamo la cottura nel latte. Aggiungiamo il restante degli ingredienti e amalgamiamo bene il tutto. Imburriamo i ruoti e versiamo il composto all’interno. Cuociamo in forno statico a 160′ x 30/35 minuti. Sformiamo il nostro Migliaccio e spolveriamo con lo zucchero a velo.
Una ricetta semplice, buona rapida, ma che racconta la nostra tradizione.
Buon Martedì grasso.


