di Valentina Felici|

A volte la famiglia può rappresentare il nostro più grande nemico. Ci sono genitori, fratelli o anche suoceri e cognati che criticano, umiliano e generano un vuoto con lo scopo di invalidare i singoli.
La violenza invisibile è una forma attuale e reale di aggressione subdola che inevitabilmente si basa su continue critiche, umiliazioni, disprezzo e manipolazioni da parte di genitori, fratelli o altre figure nei confronti di un membro specifico.
Una simile dinamica condivisa quasi sempre, dipende da un individuo alle cui azioni aderiscono alcuni componenti della famiglia meno potenti.
Avere il nemico in casa significa non godere di riparo o sostegno. Crescere come la pecora nera o il brutto anatroccolo è traumatico e di rado il trauma viene correttamente affrontato in età adulta.
Avere uno o più intimidatori con lo stesso codice genetico significa dover affrontare situazioni di disagio anche se non si vive più nel nucleo familiare.
In cosa consiste la violenza manipolatoria?
Spesso diciamo che il modo più comune per evitare uno stalker è allontanarsi da quella presenza. Tuttavia, come ben sappiamo, questo non è sempre possibile e la persona vittima di violenza in famiglia trascorre molti anni in un ambiente dal quale le è impossibile scappare. Oltre a ciò, a volte queste dinamiche aggressive si perpetuano anche quando la vittima ha già raggiunto l’età adulta. Perché il familiare “bullo” prende una vittima e intensifica il comportamento offensivo e umiliante. L’aspetto più grave è che di solito c’è alleanza o silenzio da parte degli altri parenti, costituendo un tunnel schivo e pieno di difficoltà, tanto da non agevolare l’uscita immediata.
Nonostante Ischia sia un’isola e quindi meno dispersiva di una grande città, rappresenta una nicchia abbastanza ampia e misteriosa di questo fenomeno, infatti, l’atto concreto di violenza domestica non è propriamente nuovo. È una realtà con una lunga tradizione spesso messa a tacere in questa intensa comunità.
Possono essere i genitori, suoceri e persino i cognati o fratelli a colpire il debole attraverso l’atto manovratore e discriminatorio e il grado di parentela non giustifica questo comportamento molesto. Prendere le distanze, interrompere i contatti e persino intraprendere le vie legali è del tutto lecito in questi contesti.
La famiglia molesta e prepotente si comporta come un animale territoriale. Molte volte è spinta dalla gelosia, da quell’invidia che cerca di espellere qualcuno dal nucleo a prescindere dal legame instaurato. Come possiamo dedurre, l’impatto mentale e sociale è immenso.
Nessuno ha il diritto di ferire l’essere umano in alcun modo. È pienamente giustificato difendersi, rispondere il prima possibile e persino segnalare tali situazioni, indipendentemente dal fatto che il molestatore sia un familiare. Nessuno dovrebbe infondere paura e insicurezza, criticare, ignorare o annullare le persone prese di mira.
Stabilire limiti, salvaguardare le proprie emozioni, praticare la cura di sé, cercare figure di supporto valide e mantenere le distanze dai familiari aggressivi è l’unica chiave naturale del benessere senza dimenticare che la famiglia dovrebbe essere sempre un luogo di nutrimento, non un campo di battaglia.
Violenza domestica: “Dramma e condanna”
Purtroppo ad oggi la violenza domestica è un dramma universale e la ricerca di strumenti idonei a prevenirla e a combatterla non ha prodotto, ad oggi, risultati significativi.
In molti ordinamenti alla tutela penale delle vittime si affiancano provvedimenti di natura civile, noti come ordini di protezione. Ma spesso come succede ad Ischia tutto questo non avviene perché si tende a non denunciare. Vige purtroppo un velo misterioso su questo fenomeno che tende appunto a non contrastarlo definitivamente.
Gli sportelli anti violenza il più delle volte vengono ignorati per paura di essere riconosciuti.
La redazione di Serrara Notizie si impegna a diffondere e promuovere l’hashtag #stopviolenzadomestica per sensibilizzare la popolazione, adottando un valido mezzo di contrasto, la rete. E’ finito il tempo del silenzio, a tutela dei diritti umani delle donne, non siate carnefici di voi stesse! Denunciare salva la vita.
Immagini dal web.


