Porto di Lacco Ameno, la Procura ed il Gip: l’utilizzo è abusivo! Ma chi pensa ai lacchesi?

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di Aspide|

Quanto accaduto alle strutture portuali di Lacco Ameno sembra tanto riportarci indietro di circa 17 anni fa quando la Procura della Repubblica di Napoli con l’allora P.M. Francesco Curcio ed il P.M. Catello Maresca, sequestrarono il Porto di Lacco Ameno e quello di Sant’Angelo. Chi ricorderà gli eventi, sicuramente rammenta che i capi d’accusa mossi dalla Procura erano altri, ma il nocciolo della questione poco cambiava rispetto alle odierne vicende lacchesi, ovvero una “querelle” che si generò tra amministratori comunali e gestori che culminò dapprima nel sequestro delle strutture portuali e poi in un vortice di vicende giudiziarie che alla fine, per quanto riguarda il porto di Sant’Angelo diedero ragione all’Ente Comunale montano. Ma le ragioni di uno o dell’altro poco ebbero a contare in quanto, a pagarne le spese, furono i gestori turistici di Sant’Angelo e la stessa immagine di quell’incantevole posto che, a distanza di anni, seppur sia ritornato a “risplendere nella pace”, ne porta addosso ancora i segni.

Stessa sorte questa volta sembra toccare al porticciolo turistico di Lacco Ameno. Dice un detto nostrano “j ciucc s’appicicn e varril s’ scassn” ovvero gli “asini litigano e le botti che trasportano si rompono!”. E così accadrà perché, mentre il litigio tra politica e gestori ha determinato l’intervento con mano certamente non leggera della magistratura, ad avvio della stagione turistica, i danni per i negozi e le strutture turistico ricettive che gravitano economicamente intorno al porto turistico di Lacco Ameno se la vedranno nera, più nera della mezzanotte. L’auspicio è che qualcuno si ravveda dei danni creati non al singolo ma all’intera comunità e vi ponga rimedio. L’isola e chi vi abita, negli ultimi anni ha già patito troppo sotto ogni punto di vista e questo ennesimo masso andrà ad incidere su padri di famiglia che saranno costretti a trovare altre opportunità lavorative pur di non far mancare il minimo necessario ai propri figli e alla propria famiglia! Se “dura lex sed lex” è il corso della giustizia, dall’altro lato chi amministra in generale una comunità e chi gestisce beni pubblici di predominante interesse economico dovrebbe avere il buon senso di mettere da parte il proprio ego politico o personale se, il danno che consegue alle proprie azioni o omissioni genera un grosso problema all’intera collettività.