di COMUNICARE N.SA. di Annamaria Niccoli
Articolo e foto di Annamaria Niccoli
Nel 2023 è stato presentato il 1° Rapporto “Le mafie nell’era digitale” edito da Franco Angeli, grazie alla Fondazione Magna Grecia. E’ stata compiuta un’analisi dettagliata dei profili presenti su Facebook, Instagram, YouTube, TikTok e Twitter, dove emerge chiaramente l’evoluzione delle strategie comunicative adottate dalle mafie moderne italiana. Queste organizzazioni criminali sfruttano il potenziale dei mezzi digitali non solo per promuovere la propria immagine, ma anche per raggiungere i propri obiettivi, consolidare il proprio potere e mantenere la coesione interna. Sulla piattaforma come TikTok, le mafie celebrano la propria cultura e solidarietà interna attraverso la condivisione di contenuti che mostrano cerimonie, eventi sociali e manifestazioni di potere. Le immagini e i video pubblicati mirano a proiettare un’immagine di rispetto e autorità all’interno della comunità criminale e a impressionare l’esterno.
La connessione tra la narrazione moderna della criminalità e l’attrazione dei giovani per la mafia sui social media è complessa e multi-fattoriale. Questi profili spesso presentano immagini di lusso, pose da gangster e serate da vip e glamour della vita associata alla criminalità organizzata.
Il lavoro e le ricerche della Direzione Investigativa Antimafia è stata fondamentale per contrastare questa diffusione e individuare le attività criminali online, garantendo una risposta efficace e coordinata per proteggere la società e contrastare il potere delle varie mafie. Si devono studiare i diversi fattori che contribuiscono a questo fenomeno:
- **La cultura popolare, inclusi film, serie TV e musica, spesso tende a romanticizzare la figura del criminale, creando un’immagine distorta e affascinante della vita criminale. Questo può influenzare i giovani, che possono essere attratti da questo stile di vita percepito come emozionante e privo di regole.
- **Ricerca di identità e appartenenza. I giovani possono essere attratti dalla mafia e dalle organizzazioni criminali perché offrono un senso di appartenenza e identità, soprattutto in contesti dove mancano altre opportunità di costruire una propria identità sociale positiva.
- **Esposizione sui social media. Piattaforme come TikTok, Instagram, Facebook e YouTube possono amplificare la visibilità delle mafie e delle sue attività, anche se spesso in modo distorto e sensazionalistico. La diffusione di contenuti, che possono ritenersi fuori dalla vita quotidiana, mostrano una vita criminale può influenzare i giovani e spingerli ad emulare ciò che vedono.
- **Mancanza di educazione e consapevolezza. Molti giovani potrebbero non essere pienamente consapevoli delle conseguenze negative e dei rischi associati alla vita criminale, specialmente se crescono in contesti dove la presenza della mafia è diffusa e normalizzata.
- **Accessibilità e anonimato online. I social media offrono un ambiente in cui le persone possono comunicare e condividere contenuti in modo anonimo e senza restrizioni geografiche. Questo può facilitare la diffusione di ideologie criminali e la formazione di comunità online legate alla mafia.
L’evoluzione delle comunicazioni mafiose, che passa dal tradizionale pizzino alle più moderne forme di comunicazione digitale, è un chiaro segnale dell’adattamento delle organizzazioni criminali ai cambiamenti tecnologici e culturali della società contemporanea. Questo adattamento è essenziale per mantenere il controllo, influenzare le opinioni e continuare a prosperare in un contesto sempre più interconnesso e informato. Le parole del Procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola, Gratteri evidenziano una preoccupazione crescente riguardo all’uso dei social media, in particolare TikTok, da parte della ‘ndrangheta e poi delle organizzazioni criminali per promuovere la loro agenda e minare l’autorità dello Stato. Questo tipo di piattaforme fornisce un mezzo di comunicazione accessibile, veloce e potenzialmente anonimo che può essere sfruttato per diffondere messaggi criminali, minacce e propaganda, oltre che per reclutare nuovi membri. La presenza di elogi ai boss della ‘ndrangheta su TikTok è estremamente preoccupante. Il fatto che Gratteri abbia sottolineato che TikTok “non è il futuro” indica una consapevolezza della necessità di affrontare questa sfida.
Inoltre, con l’affermazione che la gente non si fidi e non denunci sia indicativa di come la presenza e l’attività delle varie mafie sui social media possano influenzare negativamente il tessuto sociale e la fiducia nelle istituzioni. Se le persone si sentono intimorite o insicure nel denunciare attività criminali, questo porta a un aumento dell’impunità e a una minore efficacia delle azioni investigative delle forze dell’ordine. Molte sono le minacce di morte rivolte all’ex Procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ma anche a tantissimi testimoni e collaboratori di Giustizia. (Collaboratori sono persone che hanno un passato di appartenenza ad una organizzazione criminale o mafiosa / i testimoni sono cittadini incensurati). La ‘ndrangheta sfida costantemente lo Stato. Il ruolo dei social media come strumento per sostenere e amplificare l’attività criminale è l’incoraggiamento alla disobbedienza civile.
Le parole del procuratore Gratteri mettono in evidenza come la ‘nuova’ ndrangheta, mette in mostra membri i clan, mentre insulta collaboratori e testimoni. Il fatto che Gratteri dica che la sua regione di origine, la Calabria, conosciuta per essere uno dei principali centri della ‘ndrangheta, sottolinea il bisogno di correre per non rimanere troppo indietro. Evidenzia l’urgenza di adottare strategie efficaci per contrastare la presenza e l’influenza delle organizzazioni criminali in queste aree. Con l’avvio di un’indagine eseguita nel 2023, sul un profilo “Broker detenuti 78” è stato un passo importante per affrontare la diffusione di contenuti pericolosi e criminali sui social media. La diffusione di ideologie criminali su una piattaforma digitale mondiale come TikTok ha gravi conseguenze per la sicurezza pubblica e la lotta contro la criminalità organizzata, che in molti continuano a sottovalutare o poco conoscoscono.

