di Arianna Orlando|
Si scrive “Giovanni Trofa”, si legge “futuro”. I ragazzi delle classi seconde dell’istituto comprensivo Baldino hanno aderito all’iniziativa tutta fontanese (veicolata dalla Pro Loco Serrara Fontana) di misurarsi in una prova didattica non di poco conto: piuttosto che farsi notiziare da un team di esperti in materia di sicurezza sul lavoro, ciascuna classe ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza di formarsi sulle conoscenze in materia di prevenzione e sicurezza e con entusiasmo poi si è fatta relatrice agli altri studenti di ciò che aveva appreso e imparato. Si è creata così un’atmosfera profondamente omogenea in cui chi spiegava era allo stesso tempo colui che imparava e, non essendoci gerarchizzazioni e disparità, tutto è stato svolto piacevolmente e interattivamente. Soglia di attenzione altissima: i ragazzi erano attratti dalla prospettiva di vedere i propri compagni spiegare le nozioni apprese agli altri, erano contenti della possibilità di vincere una gita per tutti, erano sicuri di avere lavorato tanto.
La pro Loco Serrara Fontana si è detta orgogliosa del lavoro che è stato portato avanti con impegno da diversi mesi per coinvolgere quante più scuole e ragazzi possibili: solo la scuola media di Barano ha aderito all’iniziativa della conferenza che si è svolta presso l’auditorium della stessa alla presenza di una onorevole giuria che ha decretato “la presentazione migliore”. Non è questo però il dettaglio più importante, infatti non citeremo chi ha vinto. “Non è per vincere che partecipiamo” ha detto il professore Salvia (coordinatore scolastico del progetto, insieme alle professoresse Tiziana Scollo e Mariapina Buono) “ma per fare formazione, e il progetto Giovanni Trofa è ottima formazione”.
È stato bello vedere i ragazzi partecipare con entusiasmo a una iniziativa dal tema non leggero e trattarlo con sensibilità ma anche con decisione, è stato bello vedere da parte della platea di ragazzini di dodici anni empatia e delicatezza nei confronti dei più timidi o incoraggiamento verso i più spavaldi. È stato bello non assistere a nessun tifo da stadio e soprattutto è stato bello accorgersi che l’idea del “tutti per uno” che prometteva una bella gita in territorio fontanese per tutta la classe-nonostante i relatori fossero due o massimo quattro-ha avuto la funzione che si desiderava: legare e creare coesione all’interno della classe, inclusione e spirito di squadra. Grande, grandissimo lavoro.




