Ischia 2.0: progetti futuristici per la nostra isola? Anche sì, ma anche no.

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di Aspide|

Vengo a conscenza, leggendo curiosamente alcuni articoli, di vari progetti che si propongono, vuoi un po’ per il periodo di campagna elettorale, vuoi un po’ perché c’è ancora tanto da “acchiappare” dai fondi del PNRR e vuoi anche perché forse da tanto, troppo tempo l’Italia, ed in particolar modo il suo sud e la nostra Isola necessitano di strutture degne di un paese moderno con una forte vocazione turistica.

Ma, doverosa premessa a ciò che è il mio umile pensiero, è che la nostra isola ad oggi è priva di opere di importanza strategica fin dagli anni ‘90 quando, in occasione dei mondiali di calcio, furono realizzati i famosi pontili e varie strutture strategiche per il tanto atteso “boom” turistico che l’evento, di rilevanza mondiale, avrebbe di fatto portato alla nostra nazione e sulla nostra Isola.

Ancor prima, però, non possiamo non ricordare quelle tante opere realizzate dal compianto Enzo Mazzella Assessore ai Lavori Pubblici della Regione Campania e già Sindaco del Comune d’Ischia. Ma ciò che più mi lascia basito è come Ischia e il Sud Italia in generale, sopravvivano ancora nel “2024” con opere strategiche realizzate in epoca Borbonica e fascista, ovvero, come da quel periodo, non si sia mai pensato a rilanciare opere degne dei decenni vissuti, basti pensare spesso ai tanti uffici pubblici che si trovano in ambienti disadattati proprio perchè ubicati in stabili realizzati decenni e addirittua anche centinaia di anni fa e di certo non più adatti alle esigenze moderne.

Dopo questo, il nulla: tutto ciò che si è provato a realizzare successivamente a quelle opere in premessa narrate è risultato essere sempre “vittima” di pubbliche “J’accuse” che spesso andavano a intrecciarsi dietro quei famosi vincoli paesaggistici, urbanistici e spesso anche qualcosa di “politcamente scorretto” che, ahimè, sono sempre e imporovvisamente giunti ad opere “quasi” terminate facendole diventare, con enorme rammarico, “cattedrali abbandonate nel deserto” ma, come si dice “Dura Lex Sed Lex”.

Ed è il caso che il mio pensiero corre ai tanti scempi realizzati e mai terminati come la famosa “caserma dei Carabinieri” a Forio, che domina una delle baie più incantevoli della nostra isola, oppure, quella della Forestale a Casamicciola dove, per la sua costruzione è stata sventarata, come dal passaggio di una valanga, parte di una montagna, ma ricordo anche il famosissimo depuratore di San Pietro e, in ultimo, ma non per ultimo, il parcheggio multi piano ad Ischia Ponte di recente fattura. Opere incomplete che resteranno a imperitura memoria come ricettacoli di immondizie senza avere alcuna pubblica utilità se non quella di deturpare il nostro meraviglioso paesaggio.

Ma oggi, la mia lettura è devastante! Scopro che per la nostra Isola si parla di rotatorie green che tutto sommato vanno bene ma, addirittura di funivie: meraviglia delle mergavigle! Progetti che rallegrano il mio spirito pensando ad uno sviluppo sano del territorio ma, ahimè, ripensando a quanto detto sopra, con un pizzico di timore ripercorro quelle opere incompiute lasciate all’oblio del tempo e, consentitemi, una leggera forma di orticaria mi sovviene!

Ma comunque ben vengano progetti che proiettano la nostra isola nel futuro, che possano garantire una mobilità per i suoi abitanti dove, semmai, in un futuro non troppo lontano potranno essere inclusi anche i porti, biglietto da visita di un’isola a vocazione turistica!

Mi auguro di cuore che la nostra mobilità sia affidata ad opere importanti che finalmente facciano nascere in ognuno la voglia di lasciare l’auto e prendere la funicolare o ogni altro tipo di mezzo da trasporto pubblico che possa dar pace all’ambiente isolano e allo stress della nostra vita quotidiana.

Ischia ha tante risorse importanti che però necessitano di essere sviluppate, seguite, accompagnate, completate e non più abbandonate.

Ogni volta che si abbandona un’opera sono anni, anzi decenni che perde il nostro territorio, ed è tutto tempo che viene sottratto ai giovani e al loro futuro.

Non possiamo permetterci di installare mastodontici pali verdi sulle nostre colline, senza poi veder realizzate e completate cabinovie, questo sarebbe da criminali ma, ancor peggio sarebbe da criminali se queste idee restassero pensieri utopici senza mai vederli realizzati.

Foto Daniele Vergone dal Web