Leggere 1984 di George Orwell è stato sfidante, ma allo stesso tempo anche illuminante.
Un classico, scritto bello, scritto impegnativo, uno di quei libri che se non hai la dimestichezza ci metti tempo per assimilarlo. Per chi non ne è a conoscenza, in breve il romanzo racconta la vita di Winston in un futuro distopico dove, in seguito a una devastante guerra, il mondo è stato suddiviso in tre super potenze, Oceania, Eurasia ed Estasia, sempre in guerra fra loro ora contro l’una, ora contro l’altra. Le persone vivono rinchiuse in classi, il progresso tecnologico è stato abolito da una vita rigida e controllata fin nell’intimo della propria casa e dei propri pensieri dal partito, il Grande Fratello, il cui slogan affisso in ogni dove è “La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza.”

Leggere questo scritto nel 2024 ti fa rendere conto delle mille similitudini che ha con la vita di oggi: il cellulare, i dispositivi di intelligenza artificiale che ci mettiamo in casa, i social, sono tutti occhi e orecchie che conoscono le nostre abitudini, i nostri desideri, ciò di cui conversiamo. Allo stesso modo ogni cittadino di “1984” è obbligato a vivere con un “teleschermo del grande fratello” in casa che ne scandisce le abitudini, ascolta e guarda. Controlla che non commetta un qualche tipo di “psicoreato”. Una parola che nel libro fa parte del nuovo vocabolario redatto dal partito, dove la maggior parte dei termini sono aboliti o accorpati perchè un lessico più semplice rende i cittadini più facili da gestire.
1984 potrebbe far venire l’ansia di vivere, è vero, tuttavia è uno di quei scritti che va in ogni caso letto almeno una volta nella vita e voglio condividere tre cose importanti che esso ha lasciato a me:
🔹La vera libertà è la propria consapevolezza, intesa come piena coscienza di sé, di ciò che si è; perché ‘pensiamo’ di essere liberi e invece non siamo altro che vittime di schemi ereditati dalla società dove viviamo.
🔹Il passato e la vera conoscenza oggettiva di tutti i fatti passati sono importanti e vitali, manipolarne il sapere in seno alle nuove generazioni significa limitarne appunto la loro libertà.
🔹Le parole sono importanti. Avere un lessico forbito, ricco di termini specifici per definire le cose, i sentimenti, le esperienze, significa avere una maggiore capacità di pensiero, di discernimento. Se non sai per esempio le parole per definire qualcosa, come puoi opporti? Se non c’è il termine per definire una cosa specifica, come fai a pensarla?
Quindi la prossima volta che ci ritroviamo a dover rispondere a un messaggino, invece di inviare una sola emoticon sforziamoci di elaborare un pensiero più articolato e usiamo almeno tre parole: il cervello e la società ci ringrazieranno!

