Napoli: sequestrata e rapinata una signora isolana

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dalla Redazione|

Un post che circola da diverse ore sui social, racconta la vergongosa dissaventura vissuta da una signora dell’Isola d’Ischia in un suo viaggio a Napoli che è stata sedata, sequestrata, rapinata e poi abbandonata in una zona di campagna nei pressi di Poggioreale a Napoli. Qualcosa di veramente allucinante che, verificata la veridicità, vale la pena essere raccontata affinché nessun altra persona possa incappare in una cosa simile che, solo leggendo il racconto fa rabbirvidire.

Ci auguriamo che le Autorità possano quanto prima risalire ai colpevoli che dovranno rispondere di fronte alla giustizia di parecchi reati tra cui, il sequestro di persona a scopo di rapina e altri e, nel contempo auguriamo alla signora una pronta ripresa con la speranza che possa dimenticare quanto prima tutto il male subito.

Ma veniamo al racconto ricavato pari pari dal post pubblicato:

Quello che è successo ieri a mia madre è peggio di quanto visto nella peggiore serie di criminalità proiettata sui nostri schermi.

Ho riflettuto a lungo prima di affidare ai social quanto accaduto.
Ma penso che sia doveroso raccontarlo e condividerlo affinché la gente sappia a cosa si può andare incontro quando si prende un “taxi abusivo”.

Premetto dicendo che mia madre non è più giovanissima ma è una donna di grande energia che spesso raggiunge i miei fratelli fuori Ischia.
E’ una donna lucida, intelligente e capace.
E’ una donna che tutte le mattine percorre a piedi lunghi tratti perché il suo motto è “mens sana in corpore sano”.
Ieri si recava a Napoli per prendere il treno che l’avrebbe portata a Milano da mio fratello.
(l’avrei potuta accompagnare, lo so, ma chi conosce mia madre sa che la sua indipendenza è direttamente proporzionale alla sua risolutezza e impossibilità di discutere oltre)
Scesa dall’aliscafo è stata avvicinata da un uomo sulla mezza età che le chiedeva se aveva bisogno di un taxi.
“Ho il taxi abusivo Signò perchè anche noi amma faticà!!”
E lei su quel “anche noi amma faticà” si è fatta fare fessa.
E’ salita sul taxi.
Il tizio è stato cordiale, ha instaurato con lei un rapporto di simpatia e fiducia tanto da poi invitarla a bere un caffè prima di arrivare alla stazione.
Al diniego di mia madre è sceso a prendere un caffè per lui e lo ha portato anche a lei in macchina.
“il caffè era lungo e dal sapore strano” dirà poi mia madre.
Inutile dire che non avrebbe dovuto prendere il taxi abusivo, bere il caffè ecc….
Lei lo ha bevuto.
Da quel momento non ha più memoria di cosa le sia successo.
Glielo spiegheranno i carabinieri allertati da una signora che l’aveva rinvenuta letteralmente “gettata come un sacco di patate” in una campagna nei pressi di Poggiorelale, precisamente a Via Nuova Poggioreale.
Frastornata.
Derubata di tutto (effetti personali, soldi, trolley).
Tranne del telefono col quale ci chiameranno i carabinieri.
Neanche più in grado di alzare con facilità i piedi da terra.
Quando mi sono recata in caserma l’ho trovata ancora che farfugliava, si addormentava, non riusciva ad alzare i piedi da terra.
Che per chi conosce mia madre e sa che va tutti i giorni da Barano ai Maronti appare strano.
Ad alcuni carabinieri non tanto vista l’età di mia madre.
Tralascio il tentativo di ricostruzione dell’accaduto.
Il buco dalle 10.16 (orario di uno scontrino) alle 11.44 quando la signora chiama i carabinieri.
Sorvolo sullo schifo, la disperazione, il dolore, provato quando ho appreso che mia madre ERA STATA SEQUESTRATA, STORDITA, DERUBATA E ABBANDONATA COME UN OGGETTO IN MEZZO A UNA CAMPAGNA, la paura che potessero averla picchiata e non lo ricordava.
Voglio spendere due parole sulla Stazione dei Carabinieri di Poggioreale, su tutti quelli che ci si sono stretti attorno come una famiglia (meno una persona sulla quale sorvolerò).
Voglio ringraziarli per essersi presi cura di mia madre in attesa del mio arrivo.
Per averci fatto sentire protette.
Per i consigli dati.
Per la gestione delle “indagini”.

A parte i tanti “sorvolo” perché, credetemi, ci sarebbe da aprire un libro su tante cose, chiedo a tutti voi di condividere questo post.
Affinché giri e raggiunga quanta più gente possibile.
Che nessuno alimenti mai “il mercato” degli abusivi (tante amiche mi hanno detto poi “mammamia anche io spesso prendo il taxi abusivo!!”).
Che a nessuno possa MAI E DICO MAI capitare quello che è successo a mia madre.

Se con questo post, potrò salvare anche solo una persona dalla stessa sorte, quanto accaduto a mia madre non sarà andato vano.

Da donna di fede confido nel buon Dio e nella sua giustizia.
Da donna che crede nella giustizia confido nella bravura dei carabinieri che stanno gestendo le indagini.
E se mai un giorno avrò la Grazia di trovarmi faccia a faccia con questa persona con garbo gliene dirò due.
Ma belle “impostate”!

vi chiedo di condividere.
Chiedo all’ Onorevole
Francesco Emilio Borrelli, sempre attento ai problemi della città, di attenzionare il caso affinché episodi del genere non accadano più.
Mai più.

Questo il racconto che ci rende tutti increduli pensando a cosa un essere umano (se tale si può definire) abbia potuto realizzare per quattro soldi e qualche oggetto ad una persona anziana.

Sperando che la condivisione di questa notizia possa essere di monito alle tante persone che spesso pongono fiducia nel prossimo; diffidate sempre da chi esercita attività abusive.

Foto dal web