Tammorra Futura

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di Arianna Orlando

I quant’è bella l’aria re lu mare
lu core non me dice de partì,
ncè sta na figlia de nu’ maremare,
tanto ch’è bella, ca me fa murí.

“Questo antico ritmo, rinvenuto per puro caso in un libro di storia serrara-fontanese, è una scia di musica popolare, quindi noi non stiamo innovando la tradizione di questo popolo con balli campani, li stiamo semplicemente riscoprendo!”. Così chiosa Nicoletta Galli, insegnante del laboratorio di musiche e canti popolari in Serrara Fontana – appassionata fin da quando, agli esordi, apparteneva a un gruppo di musica e danze di folklore in Buonopane. Ci mostra consapevolmente una traccia che vuole contraddire il fatto che qui a Ischia non si praticava ai tempi musica popolare e ristabilire un contatto diretto e saldo con la radice culturale primordiale. Come dice l’altra insegnante, Valentina De Renzo, “spesso si pensa infatti che la musica popolare non appartenga a questi luoghi e invece, soprattutto come paesi montani dove la tradizione agricola e contadina è molto forte e sicuramente esisteva un legame con la musica fatto di balli e canti che Scandivano il lavoro, la ciclicità delle stagioni e soprattutto si allacciavano alla matrice religiosa“. La musica popolare è di fatto “a metà tra il sacro e il profano” ma è impossibile trovare nei corridoi campani qualche Madonna in processione che non sia accompagnata dal suo corredo di musica popolare. A Serrara Fontana il desiderio di riportare in vita la tradizione popolare è nata grazie al gioco logistico della sagra del vino e saucicciata: così è stato possibile ristabilire un contatto che a poco a poco si amplia fino a dilatarsi e a non essere più “evento che si lega alla sagra” ma desiderio di imparare, talento e scoperta. “Questo è quello che è accaduto ad alcuni degli allievi del laboratorio di musiche e balli popolari.” dice la maestra Agnese Santo, “i bambini sono arrivati qui per gioco, curiosità, spinti dal desiderio di partecipare a qualcosa che avevano sentito cautamente e lateralmente e si sono trovati proiettati all’interno di un mondo che gli piace. Alcuni di loro proseguiranno su questa strada di apprendimento perché hanno scoperto nella tammorra uno strumento musicale attraente. Iolanda Iacono ci delucida proprio sulla partecipazione e sull’andamento emotivo del laboratorio e ci racconta che a oggi si annovera la presenza di circa trenta bambini che, involontariamente, si fanno Eredi diretti e futuri portatori della tradizione di musiche e balli popolari, dell’utilizzo dello strumento della tammorra, dello studio dei ritmi della tammurriata. Tutti, dice Iolanda Iacono – altra insegnante del corso e coordinatrice delle attività burocratiche dello stesso-, sono entusiasti e lo dimostrano partecipando ogni volta con più volontà e affetto della volta precedente. Il discorso dunque non è finalizzato affatto solo alla sagra del vino e saucicciata, che si terrà a Fontana giorno 8 agosto, ma vuole estendersi fino a creare un ritorno alle origini e alle traduzioni attraverso il futuro dei più giovani.