di Arianna Orlando|
Dicono: la sagra era un momento bellissimo, molto atteso da tutti durante l’anno. Tutto il paese vi partecipava volentieri e con entusiasmo, si sentiva coinvolto e desiderava fare parte di ogni cosa, dalla sfilata alla preparazione delle salsicce alla distribuzione dei panini.
Se Cesare si occupava dell’aspetto più organizzativo, Iolanda-invece-era una vera protagonista del lato gastronomico. Si occupava infatti di friggere i famosi e ineguagliabili friarielli insieme alle altre donne del paese e dal suo lavoro, si può dire, dipendeva in grande parte la riuscita della festa. Il condimento dei friarielli è infatti lo sposo perfetto per la “sauciccia fontanese” lavorata artigianalmente nella Macelleria da Pino, un tempo gestita dal padre “Pinuccio” e oggi nelle mani del figlio “Michele”.
Quando le cose si fanno con il cuore, dice Cesare, la gente lo sente. Il cuore si trasmette alle cose e allora il cibo diventa più buono, l’aria più fresca, la salsiccia più saporita, il pianino più morbido e la musica più coinvolgente. La sausicciata e la sua riuscita dipendono in minima parte dalla sua organizzazione benché la macchina che la muove sia enorme ed estremamente carica di responsabilità: ciò che rende la sagra di Fontana un evento unico e indimenticabile è l’unione delle persone e il contributo che, in passato per esempio, queste davano all’evento. Si possono dire molte cose sulle sagre del paese: si può dire al esempio che sono espressione culturale e tradizionale, si può dire che sono in linea con usi e costumi di un dato luogo, si può anche dire che funzionano come polo attrattivo per i turisti e che muovono la macchina industriale della produzione ma per un paese come Fontana la sagra è molto di più. Ecco, Fontana è un paese silenzioso perché durante l’anno non fa parlare di sé e sussurra talmente piano che persino gli abitanti hanno smesso di parlarne. In questo contesto assonnato e pigro dove le idee si affrontano in modo per lo più inanimato, la sagra del paese è un affare di stato cui tutti, tutti, tutti sono affezionati. Non esiste fontanese che non abbia un ricordo, almeno uno, particolarmente felice o particolarmente infantile e giovane, nei riguardi della sagra del paese. Non esiste nemmeno un fontanese che non abbia cercato in qualche modo, anche solo con la sua presenza, di fare parte della sagra. Il cuore del paese palpita in modo continuo e la tradizione è perfettamente in salute: la sagra ne è espressione e punto di forza.



