di Aspide|
E’ vero, nelle aule giudiziarie si portano prove, circostanze e fatti inconfutabili e non supposizioni o impressioni che non possono avere riscontro probatorio innanzi alla giustizia.
E così che, “il caso” di Antonella Di Massa, prima sparita e poi ritrovata senza vita dopo dodici giorni in quello stesso luogo battuto palmo a palmo da forze dell’ordine e volontari, potrebbe trovare la sua fine come “caso chiuso per suicidio” anche se gli inquirenti non hanno mai ufficializzato alcun comunicato quasi come a far intendere che le indagini stanno proseguendo.
E non è tanto la sua morte (seppur avvolta da una fitta coltre di nebbia) a dover essere oggetto di approfondite indagini, quanto invece quei lunghi dodici assordanti giorni in cui Antonella è sparita, come se il tempo e lo spazio l’avessero inghiottita in un vortice per poi restituirla senza vita su un piccolo fazzoletto di terra.
Dodici lunghi giorni in cui centinaia di persone sono state impegnate a cercarla in lungo e in largo senza sprechi di energie avendo come unico indizio quelle immagini in cui Antonella si allontana dal parcheggio di Succhivo per poi avviarsi in un piccolo sentiero senza uscirne mai più viva.
Non possiamo pensare che Antonella sia stata lì, in quel terreno, dove è stata poi rinvenuta senza vita per dodici interminabili giorni, senza che le centinaia di persone coinvolte nelle ricerche ne percepissero alcuna traccia. Antonella all’atto del ritrovamento da quel che sappiamo era pulita, senza apparenti segni sui vestiti che giustificassero il presunto vagare in quei lunghi dodici giorni, tra le campagne e gli orti al freddo e alle intemperie. Antonella in quei giorni non ha vagabondato. Tante, troppe, le persone che la cercavano e in un’isola come la nostra è quasi impossibile nascondersi tra le strade e le campagne.
No, c’è altro. Per chi scrive Antonella in quei dodici lunghi giorni qualcosa ha fatto, e forse non da sola. Si è nascosta da qualcuno o con qualcuno, liberamente o segregata. E poi la sua morte, avvenuta in quel luogo, per sua mano o per mano di qualcuno? Certamente l’autopsia avrà dato i suoi esiti su ciò che sono stati i suoi ultimi istanti di vita e le cause del decesso ma questo non ci darà mai la verità su cosa Antonella abbia fatto in quei suoi ultimi dodici giorni di vita.
E il silenzio, questo silenzio che ha accompagnato un pò tutti nella speranza di una svolta sulla verità, pare che continuerà ancora ad attanagliarci all’infinito. Questo non vuole essere un motivo di critica o di eccessiva curiosità, ma vuole soltanto essere quello stimolo affinché il caso di Antonella Di Massa non finisca nell’oblio della memoria perché la sua famiglia e la nostra comunità devono avere ad ogni costo quella verità sul perché Antonella ha scelto Succhivo per farla finita (se è stato un suicidio), del perché Antonella si è nascosta e dove si è nascosta, ma soprattutto cosa ha fatto in quei lunghi dodici giorni.
Aspetteremo che prima o poi le domande che ci poniamo tutti abbiano una risposta, per quel senso di verità e forse di giustizia per una morte avvolta ancora da tante ombre di mistero.

