di Elia Mollo|
Un pò di tempo fa vi abbiamo parlato del meraviglioso tramonto che si può ammirare alle spalle della Chiesa del Soccorso nel Comune di Forio che è stato scelto dall’enciclopedia online wikipedia come foto per raffigurare la parola “tramonto”.
Oggi ci vogliamo soffermare sempre in quel luogo e vogliamo raccontarvi qualcosa che ci parla dell’iconica Chiesa del Soccorso posizionata in un luogo decisamente incantevole che ha come meravigliosa cornice quel luogo e il suo mare, meta sicura di tutti i turisti che visitano la nostra isola.
Partiamo con il raccontarvi la storia di questa chiesetta. In un primo momento fù costruita in segno di devozione per la Madonna della Neve ma poi con il tempo è stata denominata “Chiesa del Soccorso” poiché la storia ci racconta che tantissimi marinai avevano l’usanza di chiedere la protezione della Madonna durante i loro viaggi in mare. In origine la chiesa era parte di un piccolo convento, il convento degli Eremitani di Sant’Agostino, edificato verso la metà del 1300 e che ora non esiste più. Infatti intorno al convento vi erano vari terreni dove non c’era possibilità di coltivare perché il vento impetuoso che soffiava intorno al convento rendeva del tutto impossibile la crescita di qualsiasi coltura.
Quando Papa Innocenzo X sancì la chiusura di tutti i conventi che non erano capaci ad autosostenersi autonomamente, nel 1654 i monaci furono costretti ad abbandonare il luogo e la chiesa che negli anni fu sottoposta a innumerevoli cambiamenti. Nel 1791 fu costruita la Cappella del Crocifisso e nel 1854 fu costruita una bellissima cupola, ma andò tutto distrutto nel terribile terremoto del 1883.
Dopo questo terremoto la chiesa fu eretta com’è oggi, con la parte frontale bianca e le sontuose scale in pietra formate da 20 scalini e adornate con delle bellissime “reggiòle” del 700.
Oggi vogliamo dedicare la nostra attenzione alla Cappella del crocifisso chiamata così perché custodisce al suo interno il famoso crocifisso del 1400 su cui ruota una affascinante leggenda. Si racconta che questo crocifisso fu recuperato da alcuni marinai in mezzo al mare, essi impossibilitati a proseguire nel loro viaggio verso la Sardegna a causa di una burrascosa tempesta si fermarono sull’isola e trovarono riparo nel convento dove misero in salvo anche il famoso crocifisso. Quello che accade dopo ha dell’incredibile: quando tornò il sereno e i marinai dovevano riprendere il loro viaggio in mare, gli uomini cercarono invano in tutti i modi possibili di portare il crocifisso fuori dalla chiesa ma ogni qualvolta cercavano di aprire la porta questa ripetutamente si richiudeva.
Un’altra versione invece ci racconta che la porta della chiesa sarebbe addirittura scomparsa. Sta di fatto che i marinai non avevano alcun modo di uscire portando con loro il crocifisso e quindi non poterono fare altro che pensare che quello fosse un segno dall’alto, ovvero che la volontà del Signore fosse che quel crocifisso rimanesse lì, e così fecero. Da allora quel crocifisso rimase nella chiesa del Soccorso a protezione di tutti i marinai dell’isola e non solo.
C’è anche un’altra storia che ci parla delle cinque Croci posizionate sulla parte destra della scalinata, infatti si pensa che queste siano state messe lì in segno di riconoscenza da alcuni marinai.
La storia ci narra che un giorno una barca di una flotta composta da cinque navi, con a bordo cinque uomini di ritorno da una battuta di pesca, a causa di una tempesta si schiantò contro uno scoglio nei pressi della Chiesa facendo affondare una delle barche. Gli altri marinai si impegnarono in tutti i modi nel tentativo di salvare i compagni, finché all’improvviso dal promontorio del Soccorso apparve un raggio di luce che rischiarò il mare mettendoli in salvo. Arrivati a terra, come riconoscenza verso la Madonna che era andata in loro aiuto, costruirono queste cinque croci per riconoscenza di ogni uomo salvato.
Ci auguriamo di avervi dato una piacevole lettura e fatto conoscere, se già non ne eravate a conoscenza, una bella storia legata a questo posto magico e alla nostra isola.
Ph. dal web

