di Maria Scotti|
Ce ne siamo tutti resi conto, quelli appena trascorsi sono stati mesi davvero molto caldi. Forse qui sulla nostra isola non è stato percepito in maniera diretta, ma molte e ampie zone dell’Italia hanno sofferto la mancanza di acqua per lunghi periodi. Negli ultimi anni non accade quasi piu’, ma ci sono stati periodi passati in cui anche noi dell’isola sperimentavamo ‘la chiusura dell’acqua di napoli’ per lunghe ore della giornata.
Risorsa essenziale per la vita sulla Terra, l’acqua costituisce circa il 71% della superficie del pianeta. Anche il nostro corpo è composto per il 60% da acqua e quasi tutte le azioni che compiamo nel quotidiano ne prevedono l’uso. Ecco come sia evidente la sua importanza per la sopravvivenza e il benessere. Quello che pero’ viene malamente percepito è che essa sia una risorsa infinita: quanto di piu’ sbagliato. Infatti l’acqua dolce rappresenta solo il 2,5% delle risorse idriche globali, la maggior parte di essa è intrappolata in ghiacciai o in luoghi difficilmente accessibili.
Facciamo un attimo un passo indietro e pensiamo a tutte le antiche civiltà che da subito hanno compreso l’importanza di gestire l’acqua in modo efficace per garantire la sopravvivenza e il progresso della società. Gli antichi Romani, ad esempio, sono noti per aver costruito una complessa rete di acquedotti e cisterne per portare l’acqua fresca dalle sorgenti lontane alle città. Questi ingegnosi sistemi di approvvigionamento idrico non solo fornivano acqua potabile, ma alimentavano anche fontane pubbliche, bagni termali e sistemi fognari, migliorando così la qualità della vita e la salute pubblica. Altre civiltà, come quelle dell’Antico Egitto e della Mesopotamia, svilupparono sistemi di irrigazione avanzati per sfruttare le acque del Nilo e dell’Eufrate, permettendo l’agricoltura in regioni altrimenti aride.
Ciò è davvero un paradosso se guardiamo oggi, in un’epoca altamente avanzata dove ancora esistono molte regioni del mondo che soffrono la carenza d’acqua. In zone dell’Africa Sub-Sahariana e del Medio Oriente, ad esempio, l’acqua scarseggia a tal punto che le persone devono percorrere lunghe distanze per raggiungere fonti d’acqua spesso inquinate. Questa realtà ha un impatto devastante sulla salute, poiché le malattie trasmesse dall’acqua contaminata sono diffuse e sullo sviluppo socio-economico, poiché gran parte del tempo viene speso nella ricerca dell’acqua piuttosto che in attività produttive o educative.
Sebbene nei paesi piu’ sviluppati l’accesso all’acqua potabile è garantito per la maggior parte della popolazione, essa spesso è data per scontata e, come dicevamo sopra, considerata ancora una risorsa senza limiti. Ma le cose stanno cambiando anche in queste aree, per via del cambiamento climatico e l’uso non sostenibile, come hanno potuto constatare molte persone durante i mesi estivi. A differenza delle antiche civiltà che avevano un rispetto profondo per la gestione dell’acqua, oggi è necessario rivedere le nostre abitudini per evitare sprechi e garantire la disponibilità di acqua per le generazioni future.
Quindi è essenziale adottare alcuni comportamenti responsabili. Riparare tempestivamente perdite nei tubi e nei rubinetti è una misura fondamentale per evitare il consumo inutile. Utilizzare elettrodomestici efficienti, ridurre il tempo sotto la doccia, raccogliere l’acqua piovana per il giardinaggio e non lasciare scorrere l’acqua inutilmente mentre si lavano i piatti o ci si lava i denti.
L’invito che vogliamo farvi noi della redazione di Serrara Notizie è quello di acquistare un secchio di 10 litri: quando vi apprestate ad aprire il rubinetto della doccia, nell’attesa che l’acqua diventi della giusta temperatura non lasciate che scorra via. Invece raccoglietela in questo secchio, fidatevi lo riempirete.

Questo esercizio vuole far rendere conto di quanta acqua pulita, potabile e preziosa viene in pratica buttata via; acqua che invece puo’ essere utilizzata in molti altri modi. Noi speriamo che questo ‘esperimento’ diventi per voi abitudine tutte le volte che aprite un rubinetto dell’acqua: perché noi abbiamo la possibilità di riempire un secchio con soli due passi e non cinque chilometri solo perché abbiamo la fortuna di essere nati da questa parte del globo e dell’acqua dobbiamo ricominciare ad avere profondo rispetto.

