di Arianna Orlando|
Il primo giorno d’autunno è stato disatteso per tutta l’estate. Ci siamo scaldati a un sole poco indulgente, abbiamo affondato i denti nella polpa succosa di succosi frutti, abbiamo indossato vestiti leggeri come vento e abbiamo sospirato un po’ affranti e un po’ felici nell’afa soffocante. Poi d’un tratto: autunno. L’autunno è giunto felice di essere autunno, splendente e attivo nella sua natura mutaforme: oggi piove, domani c’è il sole. Ma il sole non è funesto nè arrabbiato. È placato, è dolce: piove luce sulle cose, spendono di energia le foglie e i dintorni. Le foglie dormono poggiate ancora ai rami: basterà un sospiro di vento, ad autunno inoltrato, per farle cadere e lì inizierà la loro seconda vita, quando da tappeto diventeranno cielo variopinto e arazzo di colori rossi e gialli. Le foglie ingialliscono d’autunno, gli abiti si spogliano per dimostrare che la giovinezza è una cosa fugace ma che il tempo che passa ci restituisce bellezze incredibili. La castagna, il loto, l’uva: l’uva pende dalle viti grassa e buona. La snocciolano chicco dopo chicco i golosi e i contadini come i grani di un rosario: è l’Ave o Maria d’autunno la vendemmia, è il canto di lode al Signore che si ringrazia per il vino anche quest’anno. Il primo giorno d’autunno arriva il 23 settembre, l’ultimo è il 20 dicembre. È la terza stagione dell’anno, sembra venire per non finire mai. Eppure finisce l’autunno, ricomincia l’inverno, viene la primavera e ritorna l’estate: viene ed è dolce l’autunno a ricordarci che la malinconia sola è rimasta a far da compagna all’anima nel tempo ingrato che scivola veloce tra smartphone e TV.
Foto dal web

