Don Stéphan: dal Madagascar a Serrara Fontana per lasciarci tanta umiltà e calore nel cuore.

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di Camillo Buono|

E’ vero, sono passate appena due settimane eppure il tempo trascorso da quando Don Stéphan è partito sembra essere stato molto di più. Questo accade perché spesso si è particolarmente legati a una persona e Don Stéphan sicuramente ha saputo lasciare nella nostra comunità un indelebile segno così come indelebile sarà il ricordo di ciò che ha rimasto nei nostri cuori: la sua immensa umiltà.

Non essendo riusciti a salutarci nei giorni precedenti la sua partenza, siamo riusciti a sentirci telefonicamente per salutarci proprio quando era nel viaggio di ritorno nella sua Madagascar. Purtroppo i molteplici impegni di entrambi hanno reso impossibile incontrarci prima della partenza, ma credo che l’importante è serbare, di una persona, il suo sorriso nel cuore e quello di Don Stéphan difficilmente potrà essere dimenticato da me e credo da noi tutti.

Ma quella telefonata e quelle sue parole mi sono rimaste impresse, perché non erano parole di un sacerdote, né di un saluto di circostanza no. In quella telefonata, ripetendomela nella mente, c’era qualcosa di diverso, di un uomo che, nel lasciare Serrara Fontana, lasciava a noi tutti qualcosa d’importante, un segno di cosa vuol dire far parte di un luogo, essere parte integrante di una comunità anche se in realtà quel luogo lo si è vissuto per poco e così alla fine mi sono reso conto che dovevo condividerla con i nostri lettori.

In quella lunga telefonata Don Stéphan mi ha raccontato un po’ della sua vita e le sue impressioni su quest’anno trascorso sulla nostra Isola e nella nostra Serrara Fontana e, con la voce spezzata dall’emozione come di chi lascia la casa e la famiglia, sì perché Don Stéphan ormai era per tutti come uno di famiglia e questo lui l’aveva compreso e noi tutti ne eravamo più che felici, mi ha lasciato dentro l’esempio di come si debba vivere, anche se per poco, una comunità fatta di mille sfaccettature proprio come la nostra dove però la guida spirituale deve essere il legame tra le famiglie, le persone e la stessa chiesa facendo combaciare le esigenze di ognuno.

Così che, più che trovarmi a salutare il “Don” mi sono trovato a salutare un caro amico che tanto ci ha lasciato e tanto sicuramente porterà con se nel lontano Madagascar. Don Stéphan in questa telefonata si è lasciato andare, raccontandomi ricordi ed emozioni ma anche augurando tante cose belle proprio come chi, come un bambino, ha il cuore puro.

Lo scorso mese di Agosto ho compiuto il mio decimo anniversario di sacerdozio. Ma tutto il mio rapporto con Dio è iniziato quando avevo circa 13 anni. La mia famiglia vendeva il pane e caffè e siccome in casa eravamo 5 figli, 3 fratelli e due sorelle, io essendo il primogenito, aiutavo mia mamma nelle consegne al mattino, prima di andare a scuola e poi anche nel pomeriggio. Subito dopo aver fatto le consegne andavo in Chiesa e così un giorno alcune persone vedendomi sempre in Chiesa mi dissero che c’era un movimento che portava aiuto ai poveri e che se volevo potevo dare anche io una mano. Quella parola, “aiutare i poveri” accese dentro me qualcosa che a vent’anni mi fece aprire le porte del Seminario.

Poi dieci anni fa divenni Sacerdote e quella scelta, dieci anni dopo, mi ha portato a giungere su questa bellissima isola dove ho incontrato persone meravigliose, questa gente di Serrara Fontana che hanno un modo di accogliere che ritengo sia diverso, caloroso e semplice, che ti fa essere uno di famiglia e ti apre il cuore. Ed è così che mi sono ritrovato non solo a essere un umile sacerdote lontano dalla mia casa ma, ho trovato in questa comunità tante sorelle e fratelli e questo per me è stato molto importante sia come uomo che come sacerdote. Ho avuto la grande occasione di condividere con le persone un percorso umano e caloroso e, di conoscere Don Franco e Don Antonio. Ma come tutte le cose purtroppo spesso vi è una fine, le strade si dividono, ma i cuori no, quelli resteranno sempre uniti.

E questo è anche ciò che auguro ai tanti amici che ho lasciato alle tante persone che ho incontrato su questa bellissima isola, tenere i cuori sempre uniti.

Ma non solo, spero anche che la Chiesa di Serrara Fontana possa trovare nel suo cammino la stabilità. La gente ha bisogno di una guida spirituale e credo che Don Antonio e Don Franco per riuscire a realizzare la volontà di Dio hanno bisogno di avere, di sentire vicino le persone della comunità di Serrara Fontana perché solo così può esserci la stabilità, la vera comunità della Chiesa. E auguro anche che Serrara Fontana riesca ad avere un Sacerdote che si occupi solo di questa bella comunità. Don Antonio per me sarebbe la guida giusta. Ma questa scelta purtroppo non dipende soltanto da lui. Don Franco purtroppo non può gestire e amministrare due parrocchie in un territorio così grande e Don Antonio sarebbe sicuramente anche un buon amministratore.

Ma l’augurio più grande lo riservo alle famiglie perché siano sempre vicine tra loro e siano il vero supporto per la Chiesa di Serrara Fontana con la speranza che vorranno bene i loro sacerdoti. Amateli così come avete accolto me.

Vi porterò nel cuore sempre e porterò nel cuore la vostra comunità, la vostra Isola, il vostro Comune e le tante belle cose che riuscite a fare, le belle feste religiose che sono tradizione e vocazione, le vostre sagre e i tanti momenti di gioia che vivete in famiglia e che mi avete fatto vivere come uno di famiglia.

Grazie Don Stèphan di quanto ci hai dato e spero che il nostro sia un arrivederci! Buona vita!