Presentato sabato scorso presso la Chiesa dello Spirito Santo di Ischia Ponte il libro “Ischia e la baia di Cartaromana”

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di Camillo Buono|

Si è svolta sabato mattina presso la Chiesa dello Spirito Santo in Ischia Ponte la presentazione del libro edito dalla casa editrice Rogiosi Editore e scritto dalle mani di Alessandra Benini, Gianluca Soricelli e Maria Luisa Tardugno intitolato “Ischia e la Baia di Cartaromana – storia, ricerche, studi“.

Un excursus storico-archeologico che riguarda non solo l’area archeologica della Baia di Cartaromana ma un po’ tutti gli insediamenti ritrovati e in corso di ritrovamento sulla nostra isola che, oltre a riportarci indietro di millenni, affascinano e stimolano la curiosità di come l’isola, già anticamente avesse una popolazione laboriosa caratterizzata dal saper sfruttare le tante risorse che sapeva donare e forse ancora oggi continua a regalarci.

E così che l’evento moderato dal Giornalista Pasquale Raicaldo di “La Repubblica”, e con l’autorevole presenza dell’Onorevole Gimmi Cangiano della VII Commisione Parlamentare “Cultura, Scienze e Istruzione”, dell’Assessore Regionale alla Scuola alle Politiche Sociali e alle Politiche Giovanili Lucia Fortini e del Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Napoli Mariano Nuzzo nonché di chi materialmente ha contribuito alla realizzazione del libro e dei lavori di ricerca, con l’accoglienza di Don Pasquale Trani e del Sindaco di Ischia Dottor Vincenzo Ferrandino e della Sindaca di Serrara Fontana, Dottoressa Irene Iacono, alle ore 11:00 in punto ha preso il via questo meraviglioso tuffo nel passato.

Sicuramente, uno dei meriti della realizzazione del lavoro di ricerca che è stato fatto è da attribuire alla lungimiranza di Giulio Lauro e della sua squadra di barcaioli e sommozzatori che, oltre quindici anni fa, hanno saputo vederci qualcosa d’importante e unico in quel piccolo angolo di mare ubicato nell’incantevole cornice della Baia di Cartaromana, quel piccolo sito archeologico sommerso, ricco di tanti oggetti e curiosità storiche che grazie al lavoro certosino di Alessandra Benini e altri archeologi sono stati riportati alla luce.

Ma ad un evento simile non potevano mancare loro, i ragazzi, studenti di più scuole che, alla presenza dell’Assessore Regionale alla Scuola alle Politiche Sociale e alle Politiche Giovanili Lucia Fortini, hanno saputo cogliere l’importanza del lavoro svolto non solo sotto i profili di studio ma anche d’importanza per la storia della nostra comunità che ha indiscutibilmente stimolato la curiosità dei giovani e non solo. E l’Assessore Lucia Fortini nel suo discorso ha posto in loro la “speranza” affinché quest’isola, questo luogo, possa avere la certezza di un futuro che sia improntato nella cultura, nella salvaguardia del territorio e nella conservazione della sua memoria e che questo, possa avvenire attraverso la costruzione delle coscienze delle future generazioni, i ragazzi di oggi.

E di turismo ha parlato anche l’Onorevole Gimmi Cangiano, che con il suo intervento ha spiegato come, il lavoro archeologico realizzato può essere un importante volano di sviluppo turistico non soltanto teso a ciò che sono le bellezze naturali di Ischia, le sue terme e il suo mare, ma anche a un turismo che punti alla cultura e nel caso specifico alla scoperta di queste importanti aree archeologiche finalizzate anche a una realizzazione di un museo presso la Torre di Guevara di cui il Sindaco Ferrandino non farà mancare il suo appoggio.

E dello stesso parere anche il Soprintendete per l’Area Metropolitana di Napoli Mariano Nuzzo il quale oltre ad aver realizzato la prefazione del testo, ha spiegato come il lavoro archeologico sull’isola d’Ischia sia importante non solo sotto un profilo storico-culturale ma anche sotto un profilo sociale attuale che possa essere capace di sviluppare una nuova offerta in campo turistico.

Ma l’intervento più affascinante è stato quello dell’Archeologa Alessandra Benini che, oltre a essere una degli autori del libro è stata anche la persona che materialmente, sott’acqua, ha effettuato le ricerche e i vari ritrovamenti archeologici. Un emozionante racconto di come il progetto sia stato avviato con la lungimiranza di Giulio Lauro e della sua equipe senza i quali probabilmente i tanti tesori nascosti nella Baia di Cartaromana non sarebbero mai stati scoperti.

E proprio la Benini a fine evento ci ha riferito, quasi come una profezia, che l’Isola d’Ischia in campo archeologico saprà darci ancora tante novità e meraviglie.

Infine Giulio Lauro, il vero motore di questo lavoro insieme con le Cooperative Marina di Sant’Anna e Ischia Barche, che in una battattua ci ha lasciato il suo motto: “basta crederci“.

Che dire non posso che consigliare la lettura di questo piccolo capolavoro che ritengo sia solo il primo di tanti altri testi che parleranno di archeologia della nostra isola facendoci immaginare com’era quest’angolo di “paradiso” già migliaia di anni fa e chissà che, nel nostro passato, possiamo trovare un nuovo volano di sviluppo turistico.