Il boomerang della gentilezza

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di Elia Mollo|

La gentilezza sembra ormai fuori moda anche nelle situazioni quotidiane più semplici e banali dove magari basterebbe, un grazie, un buongiorno, un posso esserle d’aiuto o un semplice sorriso fatto con il cuore.

Su tutto sembra che vinca l’indifferenza.

Eppure la gentilezza è alla base della nostra educazione, tra le prime cose che ci insegnano, addirittura alla scuola dell’infanzia, ci sono le così dette “parole gentili”, semplici ma che hanno un grande valore per chi le ascolta e anche per chi le pronuncia, se dettate dal cuore, come: grazie, per favore, permesso, scusa, prego.

Siamo arrivati a pronunciare queste parole oggi con troppa parsimonia, forse il tran tran della vita quotidiana ci fa perdere l’essenza delle cose più semplici, abbiamo perso la pazienza, dote necessaria per essere gentili e dimentichiamo con gli anni troppo facilmente quegli insegnamenti tanto importanti in primis per noi ma anche verso gli altri.

Oggi quando incontriamo qualcuno che magari sta andando via con la macchina e ci cede “gentilmente” il suo biglietto del parcheggio ancora valido rimaniamo stupiti, ci sembra un gesto “fuori dal normale”. Ci sembra assurdo che qualcuno possa fare per noi qualcosa a cuor leggero o meglio senza aspettarsi poi qualcos’altro in cambio!

Non sarebbe bello far capire ai nostri figli che questi, ma come tantissimi altri semplici gesti, non sono niente di eclatante bensì la normalità?

Iniziamo a dare un valore concreto alla gentilezza perché la gentilezza genera gentilezza e improntare la propria vita sulla gentilezza fa in modo di arrivare diretti al cuore di chi incontriamo e cosa non da poco aumenta la nostra autostima.

Ma come cercare di non dimenticare di essere gentili?

• Teniamo sempre presente che con un gesto di gentilezza possiamo regalare un sorriso o dare una svolta positiva alla giornata di una persona. Quindi al mattino quando incontriamo il nostro vicino di casa o la nostra/o collega o perché anche uno sconosciuto iniziamo la giornata con un bel buongiorno;

• Essere gentili come abbiamo già detto non solo fa bene, ma ci fa anche bene; a dare conferma di tutto ciò ci sono degli studi scientifici che ci dicono che mettere in atto gesti di gentilezza genera il rilascio di neuro trasmettitori quali la serotonina, l’ossitocina e la dopamina che non fanno altro che aiutarci a sentirci felici e ci fanno sentire appagati e soddisfatti; e visto che come si dice la vita è fatta di attimi di felicità se possiamo fare qualcosa per creare questi attimi non perdiamone l’occasione;

• Ricordiamo di essere uno specchio per i nostri figli, che si educa con l’esempio e quindi se noi nella nostra quotidianità abbiamo un atteggiamento gentile verso il prossimo, un atteggiamento aperto ed empatico verso chi magari in qualche modo ci fa capire di aver bisogno di aiuto non possiamo che essere un ottimo esempio per i nostri figli e dare loro le basi per essere in un futuro delle uomini e delle donne migliori;

• Essere gentili non si traduce in essere debole, al contrario significa essere più forti, porsi con gentilezza fa cadere l’aggressività e l’ira altrui. In una persona prevale il sentimento della gentilezza quando questa non ha paura del giudizio altrui, quando si è sicuri delle proprie intenzioni e capacità e le offriamo alla comunità, le mettiamo a disposizione del prossimo.

Quindi non mi resta che invitarvi tutti a essere gentili e concludere rubando questa massima:

“La gentilezza nelle parole crea fiducia. La gentilezza nel pensare crea profondità. La gentilezza nel dare crea amore. “

(Lao-Tzu)