di Camillo Buono|
Un’operazione congiunta ha portato alla scoperta e al sequestro di circa cinquecento nasse illegali all’interno di una delle zone di maggiore protezione dell’Area Marina Protetta del Regno di Nettuno, tra Ischia e Vivara. La vastità dell’operazione, che ha visto impegnati diversi attori, tra cui la Guardia Costiera di Ischia sotto il coordinamento della Direzione Marittima di Napoli, il team del Regno di Nettuno, un diving locale e un pescatore professionista, ha permesso di tutelare la biodiversità marina e contrastare attività di pesca illecite.
Le nasse, che erano state calate clandestinamente sul fondale marino, non risultavano segnalate e erano state occultate con tecniche artigianali per evitare di essere individuate. La scoperta è stata resa possibile grazie all’intervento di un diving locale, che ha collaborato con le forze di polizia per localizzare e recuperare gli attrezzi da pesca. A supporto dell’operazione, è intervenuto anche un pescatore professionista che ha messo a disposizione il proprio tempo per contribuire alla protezione della risorsa ittica, sacrificando ore della sua attività lavorativa.
Il prodotto ittico, ancora vivo, è stato liberato in mare, evitando così danni irreparabili all’ecosistema. Le nasse, una volta recuperate, sono state poste sotto sequestro. Intanto, sono in corso le indagini per identificare i responsabili di questa attività illegale, che ha già causato un notevole danno economico ai trasgressori, privandoli degli attrezzi da pesca e dei guadagni che avrebbero potuto ottenere, soprattutto nei giorni di festività.
Antonino Miccio, Direttore del Regno di Nettuno, ha commentato con soddisfazione l’operazione: “Ancora una volta siamo protagonisti di un’azione esemplare, che dimostra l’efficacia della sinergia tra le istituzioni e gli operatori del mare. La repressione delle attività illecite si affianca a un’azione di sensibilizzazione continua, che ha portato risultati significativi nella protezione della nostra area marina protetta nell’anno che sta per concludersi.“
Questa operazione rappresenta un’ulteriore prova dell’impegno per la tutela del nostro patrimonio marino, con la speranza che episodi simili possano essere sempre più rari grazie alla collaborazione tra istituzioni e comunità locali.

