Una rubrica a cura dello Chef Alessandro Nistri|
La parola “pizza” compare per la prima volta in un documento ufficiale nel 997 d.C., scritto in latino nella città di Gaeta, al confine tra Lazio e Campania. Tuttavia, la pizza come la conosciamo oggi deve molto a Raffaele Esposito, il pizzaiolo napoletano spesso riconosciuto come l’artefice della pizza moderna.
Esposito trasformò quello che un tempo era considerato un piatto umile in una pietanza celebre in tutto il mondo. Fu lui a creare la famosa pizza Margherita, oggi presente in ogni pizzeria del pianeta.
Prima di allora, la pizza era un alimento diffuso soprattutto tra le classi popolari di Napoli ed era preparata senza formaggio, con pomodoro, aglio e origano: la cosiddetta pizza marinara. Nel 1889, in occasione della visita del re Umberto I e della regina Margherita di Savoia a Napoli, Esposito decise di omaggiare la sovrana con una pizza dai colori della bandiera italiana: rosso del pomodoro, bianco della mozzarella e verde del basilico. Così nacque la pizza Margherita, destinata a diventare un’icona della tradizione culinaria italiana.
Questa storia dimostra come creatività e innovazione possano trasformare anche un piatto semplice in un successo globale. Con un pizzico di ingegno e un tocco personale, anche le idee più ordinarie possono diventare straordinarie. Un invito a valorizzare la nostra inventiva e a credere che, a volte, piccole modifiche possano generare un grande impatto.
Ora vi lascio la mia versione… voi conditela come meglio credete!
Ingredienti
Farina 00: 1 kg
Acqua: 700 gr
Sale: 20 gr
Lievito: 5 g
Procedimento:
IImpastare la farina con 600 g d’acqua e il lievito per 8 minuti.
Aggiungere il sale e l’acqua restante, impastare per altri 5 minuti.
Far riposare l’impasto per 1 ora.
Formare palline da 250 g ciascuna.
Lasciare lievitare in frigorifero, a una temperatura compresa tra 4° e 6°, per 24 ore.
Togliere l’impasto dal frigo almeno un paio d’ore prima della cottura.
Stendere, condire e infornare.

