Moda Second-Hand: sostenibilità o tendenza?

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per la rubrica Moda&dintorni di Maria Scotti|

Non più un fenomeno di nicchia, ma una realtà ormai consolidata: la moda second-hand sta rivoluzionando, pian piano, il nostro modo di acquistare (e vendere) abbigliamento, e il settore fashion non si sta facendo trovare impreparato. Tra piattaforme online, negozi vintage e iniziative dei grandi brand, lo scambio di capi usati è diventato una scelta sempre più diffusa. Complice la corsa al “sostenibile” che coinvolge molti settori, non solo quello della moda, viene da chiedersi se si tratti di una tendenza passeggera o di un vero e proprio cambio di stile di vita, un ritorno al non buttare via, come era in uso fra le vecchie generazioni.

Negli ultimi anni proliferano marketplace di vendita di capi di abbigliamento (e non solo). Chi non conosce il famoso Vinted, dove si possono fare veri affari da un lato e liberarsi di cose ormai inutilizzate dall’armadio dall’altro, racimolando anche qualche spicciolo? Inoltre, la possibilità di acquistare capi firmati a prezzi ridotti e la grande attenzione alla sostenibilità spingono milioni di persone a scegliere l’usato, anche per quanto riguarda i brand di lusso. Dare nuova vita a pezzi iconici e farli propri grazie a un acquisto di seconda mano è una scelta che salva il portafoglio e regala la soddisfazione di possedere un capo di alto livello. In questo caso, tuttavia, bisogna sempre affidarsi a portali e venditori con una buona reputazione, per evitare di incorrere in truffe. Si sa che, quando si parla di pezzi iconici di lusso, è necessario fare molta attenzione a non acquistare il cosiddetto “pacco”.

Ed eccoci alla Milano Fashion Week, iniziata ieri, che conferma l’attenzione crescente verso la moda sostenibile, con molti designer che introducono materiali riciclati nelle loro collezioni; ma di questo parleremo nel prossimo appuntamento.

In conclusione, se da un lato il second-hand è una risposta alla crisi ambientale, dall’altro è diventato una tendenza che affascina anche chi prima non considerava l’acquisto di capi usati. L’interrogativo rimane: sarà una rivoluzione duratura o solo un’onda destinata a passare?

Foto da Freepik