Sant’Angelo e il caso del video virale: quando il clamore mediatico supera la realtà

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dalla redazione|

Un video (di ieri ndr) che sta spopolando da qualche ora sui social e che è stato inizialmente inviato al consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli e, forse anche alle forze di polizia, mostra due operai intenti a gettare materiale in mare a Sant’Angelo. L’autore del filmato ha presentato le immagini come una presunta azione illecita, ma la realtà dietro quelle riprese è ben diversa.

I due operai, infatti, non stavano facendo altro che ripulire una strada dalla sabbia accumulata durante le mareggiate invernali. Un’operazione che a Sant’Angelo si ripete sicuramente ogni anno da tempo immemore e che ha l’unico scopo di garantire la fruibilità della stradina locale che porta poi alla spiaggia in località “petrelle”. La domanda sorge spontanea: ripristinare un’area liberandola dalla stessa sabbia che il mare ha portato è davvero un reato così scandaloso?

L’episodio solleva una questione più ampia e preoccupante: l’uso dei social media per generare indignazione, spesso senza una verifica accurata dei fatti. Il rischio di creare danni all’immagine di un luogo e ai suoi abitanti, in particolare agli operatori turistici, è concreto e può avere ripercussioni pesanti.

In un’epoca in cui la visibilità sui social sembra contare più della verità, episodi come questo dovrebbero far riflettere sulla responsabilità di chi pubblica contenuti senza contestualizzarli adeguatamente e il fatto che il video sia giunto prima all’Onorevole Borrelli e non alle forze dell’ordine è un indizio che l’autore voleva probabilmente strumentalizzare quelle riprese. Sant’Angelo merita rispetto, così come lo meritano i suoi cittadini e lavoratori.