di Camillo Buono|
Oggi, di buon mattino, mentre sorseggiamo il nostro caffè della domenica godendoci l’avvio di questa giornata di riposo, guardiamo con attenzione a ciò che sta accadendo intorno a noi. L’isola verde, come ciclicamente accade da oltre cinquant’anni, si risveglia con il fermento della stagione estiva alle porte, tra le speranze di una ripartenza turistica memorabile e le preoccupazioni che derivano dalle criticità logistiche che potrebbero metterne a rischio l’estate. Ma, come spesso accade, non tutte le notizie sono positive, e uno dei temi caldi che sta destando grande preoccupazione è il bradisismo nell’area flegrea e le sue importanti conseguenze sui collegamenti marittimi con la nostra isola.
L’Isola d’Ischia è in pieno fermento: l’estate sta arrivando e con essa la riapertura di hotel, ristoranti e stabilimenti balneari. Tutti si preparano ad accogliere i tanti ospiti con l’auspicio di una stagione turistica all’insegna della ripresa. Ma tra i tanti preparativi, un problema non da poco continua a tenere in ansia isolani e operatori del settore: il bradisismo nell’area flegrea, in particolare al porto di Pozzuoli, che rischia di complicare non poco i collegamenti marittimi.
Chi vive tra Ischia e la terraferma lo sa bene: il porto di Pozzuoli è sempre stato un punto di riferimento per i collegamenti marittimi, specialmente per il trasporto di merci e mezzi pesanti. Ma oggi la situazione è diventata critica. L’innalzamento del suolo ha reso le banchine troppo alte, impedendo alle navi di caricare i camion. E senza camion, come arrivano le merci sull’isola? Certo c’è il Porto di Napoli, ma lo sappiamo bene che è impossibile trasferire tutto il traffico merci di Pozzuoli su Napoli. Un problema enorme, soprattutto ora che ci avviciniamo alla stagione più intensa dell’anno.
Immaginate un’estate senza rifornimenti adeguati: difficoltà nel reperire materiali essenziali per le strutture turistiche e costi destinati inevitabilmente a salire. Uno scenario che non possiamo permetterci. Eppure, al momento, una soluzione definitiva non sembra essere all’orizzonte. L’unica speranza è che le istituzioni prendano seriamente in mano la questione e trovino alternative praticabili, magari iniziando a potenziare altri porti di collegamento come Napoli o Baia, o intervenendo direttamente sulle infrastrutture di Pozzuoli per adattarle e renderle nuovamente funzionali.
Ancora una volta ci troviamo di fronte a un problema che richiede lungimiranza e capacità di programmazione. Ischia, come tutte le isole, dipende dai suoi collegamenti con la terraferma, e non possiamo permettere che un fenomeno naturale si trasformi inaspettatamente in un ostacolo insormontabile. È il momento di agire, di trovare soluzioni concrete e di non farsi trovare impreparati. Perché il futuro della nostra isola non può essere lasciato all’improvvisazione.
Buona domenica e alla prossima tazza di caffè.

