di Camillo Buono|
Napoli – La convention della Lega, tenutasi oggi nella città della scienza, si è rivelata molto più di un evento politico tradizionale. Con la presenza di figure di spicco come il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi e il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, l’appuntamento era destinato ad attirare l’attenzione in vista delle prossime elezioni regionali in Campania.
Un focus che va oltre la politica
Nonostante l’evento fosse inquadrato nel contesto della campagna elettorale della Lega in Campania, quello che ha veramente catturato l’attenzione non è stata la retorica politica, bensì il dibattito sul tema delle demolizioni delle abitazioni abusive in tutta la provincia di Napoli. L’Associazione Popolare Casa Mia ha portato in sala il suo messaggio d’allarme, gridando a gran voce: “Politica, fermi le ruspe!”. Questo grido, che si inserisce in un quadro di emergenza dovuta alle demolizioni disposte dalla Procura, ha acceso i riflettori su una questione che, da tempo, mette a dura prova il tessuto sociale della regione.
La presenza della Lega, partito tipicamente settentrionale, in un contesto così delicato del Sud, ha fatto scaturire riflessioni contrastanti. Da un lato, c’è l’impegno dichiarato di intervenire concretamente, dall’altro le storiche promesse che, in passato, non si sono tradotte in fatti tangibili. La Lega ha sottolineato l’importanza di approvare una norma in grado di regolare il dissesto urbano: non si tratta di un “salva tutti”, ma di una disamina attenta su cosa debba essere demolito e cosa, invece, si possa e debba essere salvato.
Bradisismo e demolizioni: un retaggio che pesa
Il tema non si esaurisce nelle parole degli esponenti politici. Il bradisismo, simbolo di un abbandono decennale in campo urbanistico, evidenzia come la questione delle demolizioni sia solo la punta dell’iceberg. Se da un lato la Campania è da sempre sinonimo di bellezze culturali e paesaggi unici, dall’altro lato si sta affrontando una crisi che potrebbe trasformarsi in una vera e propria tragedia sociale se non vengono prese decisioni coraggiose e condivise.
L’unica speranza: il DDL Cantalamessa-Zinzi
Nel bel mezzo di un dibattito acceso e di promesse che sembrano svanire, il DDL Cantalamessa-Zinzi si profila come l’unica speranza per una regolamentazione concreta della situazione. Ma perché basti la speranza di una norma, serve il sostegno di tutta la compagine politica per porre fine a decenni di abbandono e per salvaguardare il futuro della nostra regione.
In un momento in cui la Campania si trova a dover scegliere tra il peso della tradizione e la necessità di un cambiamento concreto, la convention di oggi ha offerto uno spunto di riflessione: non basta la retorica, servono azioni reali. È tempo che la politica smetta di fare promesse e inizi a dare risposte concrete alla crisi urbanistica e sociale che imperversa da troppo tempo.

