intervista realizzata a cura di Arianna Orlando|
Scolpire la pietra non è solo un’arte, ma un dialogo profondo tra l’artista e la materia. Nicola Gioba, scultore autodidatta dell’isola d’Ischia, ha trasformato il tufo verde e la breccia in vere e proprie narrazioni visive, raccontando storie di rinascita, resilienza e identità. Nel corso della sua carriera, ha esplorato il significato della scultura come espressione di vita e di memoria, con opere che spaziano dal sacro al quotidiano. In questa intervista realizzata da Arianna Orlando per Serrara Notizie, Gioba si racconta, svelando il suo amore per la pietra e il legame profondo con la sua terra.

Mi racconti come è nata la sua passione per la scultura e il suo amore per la pietra.
Ho cominciato da piccolo alla lavorazione dei forni e dei caminetti in ambito artistico e ho collaborato con il Maestro Billy e Mario Pappagone. Successivamente sono passato alla lavorazione della pietra più di 25 anni fa. Mi piace la pietra perché, come il marmo-altro materiale duro- ti dà una sola possibilità e a me piace cogliere questa sfida.
Come scultore, è quindi autodidatta?
Sì, sono autodidatta. Mi sono affidato ai libri e ho sperimentato varie tecniche e vari materiali, dal legno al tufo.
Qual è la scultura cui è più affezionato in questo momento?
Ogni scultura è un passaggio di vita. Per esempio amo la scultura che ho chiamato La Rinascita e a cui ho lavorato durante il lockdown da Covid e che è un inno alla vita. E amo Tifeo, una statua cui ho lavorato a seguito del terremoto che colpì l’isola d’Ischia nel 2017. Ma ogni scultura è importante e ha il suo significato.
Anche se lei lavora il legno, è per lo più affezionato alla pietra.
Sì, sono più affezionato alla pietra che ha per me un significato speciale. Quando guardo un masso, immagino già cosa potrebbe contenere e ogni scultura è parte di me. La pietra parla ed è comunicativa ed è diversa dal legno.
Qual è il tipo di pietra con cui lavora?
Scolpisco la pietra dell’isola: il tufo verde, la breccia e non ho mai lavorato il marmo. Sono uno scultore isolano e il tufo verde ha il suo fascino e si addice molto a rappresentare il mondo contadino.
Mi racconti delle sculture del gruppo della maschera di Pulcinella.
Ho raccontato la maschera che porta ognuno di noi. Ognuno di noi nella vita porta una maschera da cui è quasi impossibile separarsi e io ho raccontato le varie fasi in cui la maschera si imprime sul volto delle persone.







