di Elia Mollo|
Inizio questo articolo con una confessione: non ho mai amato particolarmente i gatti. Tuttavia, quando mi sono imbattuta in questa storia mentre navigavo sul web, non ho potuto fare a meno di rivalutare questi animali. Il protagonista della vicenda è un gatto speciale di nome Oscar, e dopo aver letto la sua storia, sento il bisogno di condividerla con voi.
Oscar era un gatto con un manto grigio e bianco. Nel 2005, quando aveva circa sei mesi, fu accolto in una casa di riposo a Rhode Island, negli Stati Uniti. Il suo compito ufficiale era quello di offrire conforto agli anziani ospiti della struttura, un “gatto da terapia”, come viene spesso definito. Fin qui, nulla di straordinario. Ma il personale della struttura iniziò presto a notare un comportamento davvero particolare: Oscar non era un gatto socievole. Preferiva starsene per conto suo, in solitudine. Tuttavia, ogni tanto si infilava nel letto di un paziente, accoccolandosi vicino a lui.
Ciò che rese Oscar famoso è che, invariabilmente, poche ore dopo il paziente accudito dal gatto moriva. All’inizio, il personale pensava fosse una coincidenza, ma dopo 25 episodi simili, divenne evidente che Oscar sembrava in grado di prevedere l’imminente decesso dei pazienti.
Un episodio, in particolare, confermò questa straordinaria capacità. Un giorno, un paziente era in condizioni critiche, e tutto il personale era convinto che stesse per morire. Oscar, però, lo ignorò completamente. Invece, si avvicinò a un altro paziente che non mostrava segni evidenti di peggioramento. Eppure, poche ore dopo, quest’ultimo morì. Fu il momento in cui tutti si resero conto che il gatto non si sbagliava mai.
La storia di Oscar fece presto il giro del mondo. Nel 2007, il New England Journal of Medicine pubblicò un articolo su di lui, rendendolo celebre a livello internazionale. Molti iniziarono a interrogarsi sul mistero che avvolgeva questo gatto. Gli scienziati formularono teorie secondo cui alcuni animali, in particolare i gatti, hanno un olfatto straordinariamente sviluppato, capace di rilevare cambiamenti chimici nel corpo umano. Si pensa che, poco prima della morte, il corpo umano emetta odori impercettibili per noi, ma non per un animale come Oscar. Inoltre, il gatto potrebbe essere in grado di percepire variazioni nella temperatura corporea o nel ritmo respiratorio, segnali tipici degli ultimi istanti di vita.
Che si tratti di un fenomeno soprannaturale o di una straordinaria capacità naturale, ciò che è certo è che il personale della casa di riposo ha imparato a fidarsi di Oscar. Ogni volta che il gatto si avvicinava al letto di un paziente, i familiari venivano avvisati, così da poter offrire un ultimo saluto ai loro cari.
Durante la sua vita, Oscar ha “predetto” oltre 100 decessi. È commovente pensare che, con la sua presenza discreta, abbia offerto conforto e calore a chi stava per andarsene, rendendo meno solitaria l’ultima fase della vita.
Forse, storie come questa ci ricordano che la morte, così temuta e incompresa, fa parte della vita stessa. Oscar sembra aver incarnato un ruolo che per noi è difficile accettare: quello di guida verso l’ignoto. La sua capacità di stare accanto a chi stava per lasciare questa vita ci insegna che, anche nei momenti più difficili, non siamo mai davvero soli. Possiamo trovare conforto nei gesti più semplici, nel calore di una presenza silenziosa e nell’amore incondizionato, che a volte arriva da dove meno ce lo aspettiamo.
Oscar non era solo un gatto, ma un simbolo di come, anche nella fine, si possa trovare un’eco di umanità e speranza.
Credo che i gatti siano spiriti venuti sulla terra. Un gatto, ne sono convinto, può camminare su una nuvola.
(Jules Verne)

