Addio a Vincenzo Galgano, magistrato integerrimo e “Signore” innamorato di Sant’Angelo

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di Elia Mollo|


La magistratura italiana perde una delle sue figure più autorevoli e rispettate: si è spento il dott. Vincenzo Galgano, già procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Napoli e presidente della Corte d’Assise. Un uomo che ha lasciato un segno profondo nella storia giudiziaria italiana, non solo per il suo ruolo nel processo a Raffaele Cutolo – di cui firmò la condanna – ma anche per l’esempio umano e civile che ha saputo offrire lungo tutta la sua carriera.

In queste ore, sono tanti i messaggi di cordoglio e stima che arrivano dal mondo della giustizia. Tra tutti, le parole del procuratore generale di Napoli, Aldo Policastro, che ne tratteggia con affetto il profilo:

“Un magistrato di valore, colto, dalla forte moralità. Un gran signore con una formidabile passione civile, schietto e diretto, sempre sincero anche quando il suo pensiero suscitava polemiche. Questo me lo faceva apprezzare, sempre, anche quando non eravamo d’accordo.”

Policastro ha voluto anche ricordare una frase significativa che Galgano aveva pronunciato in un’intervista:

“Ho fatto sempre e solo il magistrato”, a testimonianza della sua profonda dedizione, della terzietà e dell’incondizionata indipendenza che ne hanno caratterizzato ogni gesto, ogni decisione.

Ma il dott. Galgano non era solo un servitore dello Stato. Era anche un uomo dal cuore gentile, legato ai luoghi che amava e alle persone che vi incontrava. Tra questi luoghi c’era Sant’Angelo d’Ischia, dove trascorreva momenti di quiete e serenità insieme alla moglie, ospite abituale dell’Albergo Miramare.
Un legame sincero con il nostro borgo, vissuto in punta di piedi, con discrezione e amore.

Chi scrive queste righe ha avuto il privilegio e il piacere di conoscere da vicino Vincenzo Galgano e sua moglie. Un’amicizia semplice, nata tra le stradine del borgo e cresciuta nel tempo, fatta di conversazioni autentiche, sorrisi e rispetto reciproco.
Ed è con emozione che affido a queste parole il mio ricordo personale:

“Una persona d’altri tempi, un Signore con la ‘S’ maiuscola, garbato e gentile. La sua morte non è solo una perdita per la magistratura, ma per tutta la società napoletana e per noi che lo abbiamo avuto come ospite e amico.”

Sant’Angelo oggi perde un amico vero. E a noi resta il compito – e l’onore – di conservarne il ricordo e l’esempio.

Da chi scrive e dalla redazione tutta di Serrara notizie giungano a sua moglie Lilli e alla famiglia le più sincere condoglianze.

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