di Elia Mollo|
Habemus Papam. Il mondo saluta con emozione l’elezione del Cardinale Robert Francis Prevost che ha scelto il nome di Leone XIV, primo Papa statunitense della storia, scelto dal Collegio cardinalizio al termine di un conclave rapido ma carico di attesa. Un nome forte, che richiama l’autorità spirituale e il coraggio di affrontare tempi complessi. Un nome che segna una svolta.
Con l’elezione di Leone XIV, la Chiesa si apre a una nuova fase del suo cammino. Il nuovo Pontefice eredita una missione immensa: traghettare la comunità cattolica nel cuore di un mondo segnato da crisi geopolitiche, guerre, disuguaglianze sociali e un crescente disincanto religioso, soprattutto in Occidente.
Leone XIV sarà chiamato a parlare a un’umanità che chiede pace, giustizia e verità. Dovrà farlo con la forza del Vangelo, ma anche con una sensibilità capace di comprendere i grandi cambiamenti del nostro tempo: la transizione ecologica, il ruolo delle donne nella Chiesa, i diritti umani, le sfide etiche dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie.
L’America – spesso vista come terra di contraddizioni tra potenza economica e povertà invisibile – diventa ora anche la culla di un pontificato che promette di essere globale, attento ai margini e senza confini ideologici.
Da Serrara Fontana, come da ogni angolo del pianeta, lo sguardo si rivolge a Leone XIV con fiducia e attesa. Il suo sarà un cammino difficile, ma necessario. La Chiesa ha bisogno di guida, il mondo ha bisogno di speranza. E oggi ha un nuovo timoniere.

