di Camillo Buono|
È domenica mattina. Sono al bar, come sempre. Il caffè fumante davanti, la rassegna stampa tra le mani. Ma oggi qualcosa è diverso. Oggi la carta dei giornali è tinta d’azzurro, un colore che contrasta con quello del mio caffè, ma che – sorprendentemente – mi riempie il cuore. Eppure io, del calcio, non sono mai stato un esperto. Non conosco formazioni, schemi, nemmeno la classifica aggiornata. Ma una cosa la sento, e forte: quando il Napoli vince, è Napoli intera che rinasce.
Il quarto scudetto è arrivato come una benedizione, atteso, cercato, sofferto. Ma soprattutto vissuto con una passione che va ben oltre lo sport. A Napoli non si “tifa” il Napoli: lo si venera. Lo si porta nel sangue, lo si celebra nei vicoli, nei murales, nei cori, nei nomi dati ai figli.
Ogni vittoria è un miracolo laico, una resurrezione, una rivincita. E questo scudetto – più degli altri – ha il sapore del riscatto, della dignità ritrovata, dell’orgoglio di chi ogni giorno combatte la sua battaglia silenziosa.
E anche qui ad Ischia, tra le nostre strade, si è respirato l’azzurro. Maxi schermi allestiti nelle piazze, bar pieni fino all’inverosimile, fuochi d’artificio improvvisi che illuminavano la notte. Gente comune, famiglie, turisti, giovani e anziani tutti insieme a cantare “Un giorno all’improvviso” con le lacrime agli occhi.
Perché quando il Napoli vince, anche Ischia sorride. Non è solo un fatto sportivo. È un sentire collettivo, un’emozione che unisce.
A Napoli il calcio è religione. È liturgia popolare. E questa vittoria, la quarta, è stata vissuta come una processione laica: silenziosa nei momenti decisivi, esplosiva alla fine, con un popolo intero inginocchiato non davanti a un altare, ma a un pallone.
E chi non ama il calcio? Anche chi – come me – ne resta ai margini, non può restare indifferente. Perché questa non è solo una vittoria. È una storia di appartenenza, di identità, di rinascita.
Nel profondo sud spesso dimenticato, il Napoli dimostra che si può ancora sognare, si può ancora vincere. Non importa se sei nato a Scampia, a Forcella, Secondigliano, Capri o ad Ischia. Quando il Napoli vince, vinci anche tu. Perché ti ricorda che nonostante tutto, sei parte di qualcosa di grande.
Oggi il mio caffè ha un sapore particolare. È più dolce, quasi azzurro. E mentre lo bevo, capisco che questa non è solo una domenica sportiva. È una domenica di gioia collettiva. Di rinascita. Di fede. E io, anche da spettatore esterno, sono felice di farne parte.

