dalla redazione|

Quando il sole cala e colora d’argento le acque tranquille del Porto di Ischia, un rito antico si rinnova, silenzioso ma potente. È in queste sere di fine primavera che il cuore marinaro dell’isola batte più forte: è il tempo della pesca del tonno rosso.

Arrivano da ogni angolo dell’isola, barche grandi e piccole, ognuna con la sua storia, il suo equipaggio e il suo carico prezioso. A bordo, custoditi come un tesoro, ci sono loro: i tonni rossi, giganti del mare, maestosi e veloci, pescati secondo le rigide regole delle quote assegnate, sotto l’occhio attento delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, garanti della legalità e della tutela di una specie tanto ambita quanto protetta.

Ogni sbarco è una piccola celebrazione. Il porto si anima di voci, movimenti, fatica e orgoglio. Squadre di uomini, mani esperte e occhi abituati alla salsedine, si occupano con cura di caricare questi enormi esemplari – alcuni lunghi diversi metri e dal peso impressionante – nei grandi camion frigoriferi che li attendono a riva. È un lavoro di precisione e rispetto: ogni tonno viene trattato come merita, con la consapevolezza che quel pesce porterà con sé, oltre al suo sapore unico, anche il nome di Ischia e della sua marineria in giro per l’Italia e il mondo.

Da qui, inizia il viaggio del tonno rosso: destinazione, i mercati ittici più rinomati, per finire poi nelle cucine dei migliori ristoranti nazionali e internazionali. Un percorso che non è solo gastronomico, ma anche culturale e identitario. Perché dentro ogni fetta di quel tonno c’è il mare di Ischia, la maestria dei suoi pescatori, la passione di un’isola che vive e lavora nel rispetto delle sue tradizioni e del suo ambiente.

E così, ogni sera, sotto il cielo che si tinge di rosa e arancio, il Porto di Ischia diventa teatro di una danza antica, fatta di lavoro, muscoli, sale e silenzi. È la magia della pesca del tonno rosso, un patrimonio da raccontare, custodire e, soprattutto, vivere.