“Silenzio di guerra: se l’assuefazione ci rende complici”

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di Camillo Buono|

Una volta bastava una fiaccola, un canto, una piazza gremita per far tremare le coscienze. Quando il mondo assisteva a guerre e soprusi, intere comunità si univano in veglie, marce per la pace, preghiere pubbliche. Dai grandi centri urbani come Roma e Assisi, cuori pulsanti della Cristianità, fino ai borghi più piccoli, l’indignazione diventava azione, la fede e la coscienza si fondevano in una voce collettiva che gridava: “Mai più”. Oggi, quello stesso grido sembra essersi spento nel frastuono dell’abitudine.

Viviamo in un’epoca in cui lo spettro di una terza guerra mondiale non è più un’ipotesi remota, ma un’ombra concreta che aleggia sul nostro presente. Eppure, sembriamo incapaci di reagire. Scorrono le immagini, i bollettini di morte, le città rase al suolo, le madri che stringono bambini insanguinati. Ma ci scivolano addosso come un film già visto, un dolore altrui a cui non sappiamo più dare un volto.

Dove sono finite le parole dei potenti che, un tempo, riuscivano a fermare i generali con un appello alla ragione? Dove sono le piazze, i cortei, i ceri accesi nella notte? Dove, soprattutto, sono finite le nostre coscienze?

È come se avessimo smesso di abitare il mondo. Lo osserviamo, lo commentiamo distrattamente, ma non lo viviamo più. Restiamo lì, fermi, in silenzio, mentre la diplomazia vacilla e la violenza torna ad essere moneta corrente. Forse neppure lo scoppio di un’atomica basterebbe più a scuoterci dal torpore.

Eppure non è troppo tardi.

Il risveglio delle coscienze non è un’utopia: è una scelta. È il momento di riappropriarci della nostra umanità, di rompere il silenzio, di tornare a dire che la pace non è un optional, ma un diritto universale. Perché ogni vita – ogni singola vita – merita di essere vissuta senza paura, senza bombe, senza odio.

Se questo risveglio non avverrà oggi, non sarà solo la nostra generazione a pagarne il prezzo. Ma non sarà per sempre. Prima o poi, qualcuno tornerà ad accendere una fiaccola. E allora sarà di nuovo luce.