di Camillo Buono|
Stamattina ho cambiato rituale. Nessun tavolino in piazza, nessuna chiacchiera distratta tra un cornetto e il giornale. Ho scelto il silenzio, e l’ho trovato qui, al Negombo, con una tazzina di caffè bollente tra le mani e davanti agli occhi la baia di San Montano, che si apre come una carezza tra il Monte Vico e il promontorio di Zaro.
Scrivo queste righe da una terrazza nascosta tra palme, agavi e pini marittimi. Intorno a me, il verde è esploso e respira insieme all’acqua. Il giardino termale che il duca Luigi Silvestro Camerini sognò nel dopoguerra oggi è realtà: un luogo dove la natura non fa da cornice, ma è la protagonista. Non è solo un parco, è un paesaggio da attraversare, una medicina per l’anima.
Tra poco chiudo il taccuino e mi incammino lungo un percorso pensato più con l’istinto che con la testa. Un cammino che voglio raccontarvi perché è un piccolo atto di rivoluzione personale: scegliere di stare bene, con lentezza.
Il mio percorso termale ideale (che tra poco inizio davvero)
Si parte dal “Buco Nero” (32 °C), una grotta scavata nella trachite dove l’acqua termale ti avvolge come un abbraccio antico. È lì che voglio cominciare, lasciando fuori il rumore del mondo.
Poi passerò tra i doccioni del Templare, per sciogliere le tensioni delle spalle, e mi lascerò galleggiare nelle tre vasche a gradoni del Nesti, davanti a una parete di tufo che sembra raccontare la storia geologica dell’isola.
Dopo, una passeggiata lenta tra il Viale delle Essenze e il Sentiero delle Fumarole: profumi di lavanda, rosmarino e agrumi mi accompagneranno verso il cuore più selvatico del parco. Qui, la botanica è poesia e il respiro si fa più profondo.
A metà giornata alternerò le vasche calda e fredda della Maya Kneipp per riattivare la circolazione, e poi entrerò nel Bagno turco Hamam, lasciando che il vapore faccia il resto.
Per pranzo, niente fronzoli: un panino con pane cafone, ricotta di capra e miele di castagno, che sa di territorio e di semplicità.
Nel pomeriggio, il relax diventerà più profondo nella Piscina “8”, con i suoi cerchi concentrici che sembrano una meditazione geometrica, e nella Jacuzzi Ribollita, dove l’idromassaggio ti rimette in dialogo con il corpo.
Infine, prima di salutare il parco, tornerò qui, in terrazza, per un secondo caffè o una limonata fresca, guardando il sole scivolare sulla baia.
Una domenica diversa, un’Ischia diversa
Non è solo il corpo che chiede benessere. A volte è la mente, a volte è il cuore. E oggi, mentre sorseggio quest’ultima goccia di caffè, mi preparo a riconnettermi con l’isola in modo nuovo.
Il Negombo non è un luogo da visitare, ma da vivere.
Ed è forse proprio questo il senso del mio caffè della domenica: ascoltarmi, un sorso alla volta.


