Imbarazzo “Marrazzo”: clamoroso risvolto giudiziario per l’armatore della Tra.Spe.Mar., il riesame annulla gli arresti domiciliari e dissequestra le navi “Giuseppina Prima” e “Don Angelo”

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dalla redazione|

Il caso giudiziario che ha coinvolto il noto armatore Angelo Marrazzo e la società di famiglia Tra.Spe.Mar. assume contorni sempre più sorprendenti. Dopo l’arresto e le pesanti accuse, tra cui quella di associazione mafiosa, la recente sentenza del Tribunale del Riesame di Napoli sembra aver ribaltato il quadro, gettando un’ombra d’imbarazzo sull’intero impianto accusatorio.

Un risvolto clamoroso, che potrebbe segnare un punto di svolta nella vicenda. Se da un lato Marrazzo – secondo le accuse – avrebbe millantato legami con il clan Moccia, dall’altro emergerebbe ora un profilo completamente diverso: quello di un imprenditore attento e collaborativo con le autorità, impegnato a segnalare irregolarità e infrazioni commesse da altri operatori del settore, spesso in diretta concorrenza con la sua azienda.

Una narrazione capovolta, che lascia intravedere persino l’ipotesi di una possibile archiviazione dell’inchiesta, come ipotizzato da diverse fonti giornalistiche. Certo, siamo solo agli inizi di un percorso giudiziario ancora tutto da definire, ma il recente verdetto ha già sollevato numerosi interrogativi negli ambienti investigativi e tra gli addetti ai lavori.

A rafforzare il quadro favorevole all’armatore è arrivato anche il dissequestro delle due navi della flotta Tra.Spe.Mar., la Giuseppina Prima e la Don Angelo, sequestrate lo scorso 5 giugno in concomitanza con l’arresto. Il provvedimento, anch’esso disposto dal Tribunale del Riesame ora restituisce piena operatività alla compagnia marittima.

Il “caso Marrazzo”, almeno per ora, sembra rientrare più nei confini di un errore di valutazione iniziale che in quelli di una vera e propria rete criminale. E se la giustizia si basa sui fatti più che sulle parole, questi ultimi sviluppi potrebbero segnare l’inizio di un nuovo corso per l’armatore e per la Tra.Spe.Mar.

Intanto, ciò che resta è un forte senso di imbarazzo nelle aule giudiziarie, dove si attende di capire se questa vicenda si chiuderà con un definitivo epilogo o avrà ulteriori colpi di scena.