Porto, mare e umanità: Ischia cuore pulsante del Mediterraneo protagonista del convegno biennale ANGOPI

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di Camillo Buono|

Venerdì 13 giugno, Ischia non è stata soltanto un’isola: è diventata simbolo. Simbolo di un’Italia che naviga, che lavora, che resiste. Di un Mediterraneo vivo, attraversato da rotte e persone, dove il mare è casa, mestiere, ponte – e mai barriera.

Nella cornice elegante e luminosa del Continental Terme si è tenuto il Convegno Nazionale ANGOPI, appuntamento dell’Associazione Nazionale Gruppi Ormeggiatori e Barcaioli dei Porti Italiani.
Ma chiamarlo semplicemente convegno è riduttivo. È stato un incontro d’anime, di competenze, di storie che ogni giorno si intrecciano nei porti, dove la fatica dell’uomo e la professionalità dei marittimi incontrano la maestosità del mare.

Ad aprire i lavori, un video toccante: 8000 chilometri di coste, 58 porti di rilevanza nazionale, centinaia di ormeggiatori che ogni giorno – sotto il sole, nel vento, nella tempesta – garantiscono che la vita marittima non si fermi.
Una rete silenziosa ma essenziale. Un lavoro fatto di gesti antichi e tecnologie moderne, di mani esperte e occhi vigili. È il nuovo “umanesimo del porto”, come è stato definito, dove il valore dell’uomo resta centrale in un mondo che corre verso l’automazione.

A dare il benvenuto, le parole sincere del sindaco Vincenzo Ferrandino:
«Il porto è la linfa della nostra isola. Senza di esso, Ischia si fermerebbe. E con esso, le persone che ogni giorno rendono possibile il miracolo della continuità territoriale».
Un concetto che qui, più che altrove, si tocca con mano: 4 milioni di passeggeri all’anno, 400.000 veicoli in transito, 40.000 movimenti tra navi e aliscafi. Numeri che raccontano di un’isola viva, connessa, ma anche fragile.

Tra gli interventi più intensi, quello del Tenente di Vascello  (CP) Antonio Magi, Capo del Circondario Marittimo di Ischia e Comandante del porto di Ischia. Parole che hanno colpito per il loro equilibrio tra istituzionalità e sincerità, tra orgoglio e realismo:


«Ischia è un’isola dalla spiccata vocazione turistica, dove tutto necessariamente passa dal mare», ha ricordato Magi.
Porti di piccole dimensioni, con tanti interessi che convivono contemporaneamente, e che richiedono attenzione assoluta. «Ogni dettaglio operativo può fare la differenza nel garantire sicurezza, fluidità e continuità dei servizi».
E proprio per questo, ha voluto sottolineare il ruolo insostituibile del locale Gruppo Ormeggiatori e Battellieri:
«Professionisti sempre presenti, che supportano con competenza le valutazioni tecnico-nautiche, rappresentando un presidio insostituibile nella gestione degli accosti e nelle emergenze, con uno spirito di servizio che è, prima ancora che professionale, profondamente umano».

È il caso – citato anche durante l’intervento – dell’evento del 7 gennaio 2024, nel porto di Casamicciola: una nave in difficoltà, condizioni meteomarine estreme, e un gruppo di ormeggiatori che, sfidando ogni rischio, ha evitato il disastro.
«Solo la prontezza di reazione e l’elevata professionalità hanno impedito gravi conseguenze per persone, strutture e unità ormeggiate», ha sottolineato Magi.
Un Gruppo che custodisce un’arte antica, quella marinaresca, e che guarda al futuro.


Segni concreti di un rapporto che si rinnova al passo con i tempi, e che dimostra come, accanto alle nuove sfide tecnologiche, resti imprescindibile il valore umano.

Tanti i nomi illustri presenti: l’Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Nicola Carlone, Comandante Generale delle Capitanerie di Porto, il vice Ministro Edoardo Rixi, parlamentari della Commissione Trasporti, il prof. Francesco Munari, la dott.ssa Patrizia Scarchilli e molti altri.


Presenze che hanno dato spessore a un confronto vero: tra la politica e la banchina, tra la normativa e la quotidianità, tra l’Europa e Ischia.

Il tema della semplificazione tariffaria, della destinazione contributiva, del ruolo pubblico degli ormeggiatori ha animato il dibattito, con una certezza condivisa:
non ci può essere modernizzazione senza rispetto per la dignità del lavoro marittimo.

Dal sistema ETS alle difficoltà internazionali, dai ritardi infrastrutturali alla necessità di elettrificare le banchine, il convegno ha toccato i grandi temi del presente.

Ma il cuore è rimasto saldo: la centralità dell’uomo. L’ormeggiatore come figura tecnica e umana insieme.
Un punto di contatto tra nave e terra, tra partenza e arrivo, tra speranza e futuro.

ANGOPI si è confermata una realtà solida, unita, che parla con una sola voce pur rappresentando decine di porti diversi. Un modello che ha molto da insegnare anche ad altri comparti della logistica italiana.
Perché il mare è uno, ma le coste sono tante. E serviranno ancora più dialogo, più investimenti, più umanità per affrontare le sfide che verranno.

Per un giorno – e forse per molto più tempo – Ischia ha smesso di essere solo una meta turistica. È diventata luogo di riflessione, di proposta, di riconoscimento.
Ha ricordato a tutti che il Mediterraneo non è solo geografia: è civiltà.


E che chi lo vive, chi ci lavora ogni giorno, è parte essenziale della sua storia.

Il convegno si è concluso, ma il messaggio resta:
tra onde, navi e banchine, c’è ancora un cuore che batte.
Ed è umano.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato sul quotidiano “Il Dispari” in data 24/06/2025