di Luca Tiberti|
C’è un momento, sull’isola d’Ischia, in cui il Monte Epomeo non appartiene solo al giorno. È quando il sole cala, il cielo si veste di sfumature d’ambra e la luna piena si prepara a sorgere, che il sentiero verso la vetta diventa un filo d’argento sospeso tra mare e cielo.
L’escursione in notturna inizia tra il profumo resinoso del bosco e il fruscio delle foglie mosse dal vento. La mulattiera scavata nel tufo verde – la roccia vulcanica che ha dato forma e carattere all’isola – si snoda tra antichi terrazzamenti dove un tempo gli agricoltori coltivavano grano. I passi si fanno più lenti man mano che la luce svanisce, ma presto la luna, alta e rotonda, illumina il cammino con una chiarezza quasi irreale.
Dalla vetta, lo sguardo si perde in un orizzonte di stelle e riflessi d’argento sul mare. Il silenzio è rotto solo dal mormorio del vento e dalla complicità dei compagni di cammino. È un momento che unisce, che fa sentire parte di qualcosa di più grande e antico.
E poi, come in ogni festa che si rispetti, arriva il sapore. Intorno a un tavolo improvvisato si spezza il culurcio di pane, fragrante e generoso, preparato secondo tradizione con ingredienti semplici e genuini. Il suo aroma si mescola all’aria fresca della notte, mentre si ride e si condividono racconti di un’esperienza destinata a restare nel cuore.
Non è solo trekking. È un viaggio nella memoria, nei sensi e nelle radici di Ischia. È la magia di un monte che, alla luce della luna piena, svela un’anima diversa. È il sapore antico del pane che accompagna ogni festa e ogni ritorno a casa.
Questa è stata l’esperienza vissuta ieri sera al Monte Epomeo: un’escursione speciale resa ancora più suggestiva dall’apertura straordinaria del Museo dell’Eremo fino a mezzanotte e conclusa con la sosta da Miscillo per gustare il celebre culurcio. Un momento di condivisione, natura e tradizione che ha unito i partecipanti in un’atmosfera magica, sotto il cielo stellato di agosto.




