Ischia indietro nel tempo: annuncio di lavoro discriminatorio per le donne

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di Luigi Balestriere|

AAA Cercasi ragioniere di sesso maschile.

Un avviso per la ricerca di una specifica figura professionale dai chiari contenuti sessisti è apparso l’altro giorno sulla pagina ufficiale di una nota catena commerciale operante sul territorio isolano. Un messaggio chiaramente in contrasto con le normative vigenti che vietano in maniera categorica il reclutamento di lavoratori in base al sesso di appartenenza. Questa non è una semplice svista, ma un’offensiva palese a decenni di lotte e conquiste sociali. Eppure l’altro giorno l’isola intera si è svegliata nel passato con i riflettori puntati su una tendenza evidentemente piuttosto radicata, celata dalle ombre e offuscata dai miraggi disegnati dalle apparenze. Fatti, non sfumature che inquietano e che ribadiscono che c’è ancora molto da lavorare sotto il profilo culturale.

L’otto marzo non una data colorata dai fiori, ma da una condizione di rispetto e dignità per i restanti 364 giorni.

Grave che sia accaduto proprio ad Ischia, in questo fazzoletto di terra accarezzato dal mare, dove è ancora vivo l’eco devastante della tragedia di Forio. Quel “cercarsi ragioniere…candidatura rivolta a persona di sesso maschile” è una indecente alchimia di disuguaglianza e discriminazione che costruisce barriere e rischia di avere un effetto moltiplicatore su più ampia scala. Una dicotomia di genere, una regressione sociale che appare anacronistica da regimi ruggenti di orientale memoria che offuscano il progresso. Non c’è il merito né la competenza, ma si preferisce perpetuare stereotipi dannosi, alimentando una cultura che continua a relegare le donne a ruoli subalterni.

Per la cronaca, dopo una piccata e dettagliata protesta di una donna con riferimenti legislativi ad hoc, l’annuncio in questione è stato velocemente rimosso e sul web non c’è più orma di quella scellerata e indecorosa scelta finita nelle sabbie mobili dell’oblio. Ciò dimostra che la battaglia per i diritti non è mai finita e che la vigilanza ed il coraggio sono armi potenti contro l’arroganza a tutela dei diritti.

Ischia si è risvegliata ancorata su pregiudizi e concezioni ataviche che vedono la donna ancora come essere inferiore. Come se le capacità e l’intelligenza indossassero solo giacca e cravatta e non un elegante tailleur. Nulla da celebrare sotto il profilo estetico, ma un reale riconoscimento del merito. È tempo che anche nell’isolaverde si comprenda che l’emancipazione femminile è una chiave per un futuro di sviluppo e di avanzamento culturale e sociale.

Una discriminazione di genere denunciata di recente anche dalla CGIL che asserisce di un divario ancora profondo e di una disparità ancora più marcata in questo 2025.

Ischia, purtroppo, non smentisce la tendenza nazionale e colpisce la dignità delle donne come se l’emancipazione rappresentasse una minaccia e non un valore aggiunto.

AAA Cercasi donne e uomini intelligenti. Anche come ragioniere.