di Camillo Buono|
Lunedì prossimo Ischia si prepara a vivere uno dei momenti più attesi e sentiti dalla comunità isolana: la tradizionale processione via mare in onore di San Giovan Giuseppe della Croce. Un rito che, anno dopo anno, rinnova un legame profondo tra la fede del popolo e le tradizioni che da secoli segnano la vita religiosa dell’isola.
La processione non è solo un evento devozionale, ma un gesto che racchiude un significato universale: portare la parola di Dio in ogni luogo, come ci invita il Vangelo. E per chi vive su un’isola, il mare non è solo orizzonte e paesaggio, ma spazio di vita, lavoro, incontro e memoria. Ecco perché il passaggio della statua del Santo sulle acque assume un valore simbolico ancora più forte: affidare al Signore, per intercessione dei Santi, la protezione non soltanto sulla terraferma ma anche sul mare, risorsa e compagno quotidiano di generazioni di isolani.
Non è un caso che le processioni via mare siano ormai parte integrante della tradizione ischitana. Da San Giovan Giuseppe della Croce a Santa Restituta, da San Vito a San Michele Arcangelo, questi momenti di fede condivisa non solo rinsaldano l’identità religiosa della comunità, ma diventano occasione di richiamo anche per chi, spesso distante dalla pratica religiosa, trova in questi riti un ponte con le proprie radici.
La magia che accompagna queste celebrazioni affonda le sue radici in tempi lontani, quando la fede scandiva i ritmi della vita quotidiana, e ancora oggi continua ad essere un segno tangibile di devozione, amore e speranza. Le processioni via mare non appartengono solo al passato, ma sono la testimonianza viva di una fede che sa rinnovarsi, mantenendo intatta la sua forza evocativa.
Il ritorno della processione di lunedì sarà dunque un momento di comunità, fede e tradizione: una celebrazione che racconta chi siamo e che, nel silenzio del mare e nel fervore della preghiera, continua a unire generazioni di ischitani.


