di Camillo Buono|
Petizione per fermare le demolizioni selvagge delle case di necessità in Campania
Da oltre trent’anni in Campania il tema delle demolizioni delle cosiddette case di necessità continua a pesare come un macigno. Eppure, nonostante l’enorme portata sociale del problema, le istituzioni e la politica non hanno mai messo in campo una soluzione concreta. Troppo spesso questo dramma è stato usato come spot elettorale, strumento di propaganda e promessa di cambiamento, senza che poi seguissero atti concreti.
Oggi, con decenni di ritardo, la Legge presenta il conto. Ma ancora una volta sembra che a muoversi debbano essere i cittadini, mentre la politica resta ferma, in attesa della famosa “manna dal cielo”. Anche a livello parlamentare qualcosa si è mosso, ma troppo poco e troppo lentamente: intanto sotto la “mannaia delle ruspe” la gente perde la propria casa, con il rischio che l’attesa infinita di una riforma porti a due pesi e due misure. Da un lato chi, in assenza di legge, vede crollare il proprio tetto di vita; dall’altro chi, in futuro, potrà farla franca.
Per questo nasce la petizione “Una casa non si abbatte, si difende”, rivolta alle massime cariche dello Stato, alla Regione Campania, ai sindaci dei 550 Comuni e ai Prefetti.
Il cuore della petizione
I promotori chiedono una moratoria immediata sulle demolizioni e una legge di salvaguardia che distingua gli abusi speculativi da quelli di necessità, sorti in epoche di assenza totale di pianificazione urbanistica e politiche abitative.
Si tratta di abitazioni costruite per bisogno, spesso unica proprietà familiare, e quasi esclusivamente concentrate in Campania. Un’anomalia che evidenzia lacune istituzionali e un approccio vessatorio verso le fasce più deboli.
Il paradosso è evidente: la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha stabilito che demolire dopo decenni non è più ripristino, ma pena. Eppure in Italia l’ordine di demolizione non si prescrive mai, a differenza persino di reati gravissimi come l’omicidio.
Le richieste
- Stop immediato alle demolizioni delle case di necessità.
- Una legge chiara ed equa che distingua tra chi ha costruito per profitto e chi per bisogno.
- Soluzioni abitative alternative prima di qualsiasi sgombero.
- Un intervento forte e responsabile della Regione Campania.
- Sospensione delle procedure, anche alla luce dell’esaurimento dei fondi per le demolizioni.
Le associazioni promotrici e aderenti
Tra i promotori ci sono il Coordinamento dei Comitati a Difesa del Diritto alla Casa della Regione Campania, l’Associazione Popolare Casa Mia, il Comitato Casa Sicura e il Comitato per il Diritto alla Casa delle Isole di Ischia e Procida.
Hanno aderito numerose realtà territoriali, dalla Penisola Sorrentina ai Monti Lattari, da Capri a Giugliano, fino a diversi comitati cittadini di Napoli e provincia.
Il supporto legale è stato offerto dall’avvocato Bruno Molinaro, punto di riferimento in Campania nella difesa del diritto alla casa.
Una questione anche ischitana
Il tema riguarda da vicino anche la nostra isola: sono infatti diverse le centinaia di abitazioni a rischio imminente di abbattimento. Un problema che non tocca solo i muri e il cemento, ma la dignità stessa di intere famiglie.
Lo ha ricordato più volte anche il Vescovo di Ischia e Pozzuoli, S.E. Mons. Carlo Villano, che nelle sue omelie ha sottolineato il rischio di nuova povertà diffusa qualora le demolizioni proseguissero senza una visione alternativa.
Accanto a lui, si è distinta anche la nostra concittadina Cav. della Repubblica Rosa Iacono, che più volte è intervenuta sul caso scrivendo alle massime autorità dello Stato e rivolgendosi direttamente alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per sollecitare un loro intervento.
Lettere rimaste purtroppo inascoltate. Tanto che, in uno dei suoi ultimi interventi, Rosa Iacono ha perfino annunciato che, se i suoi appelli continueranno a non ricevere risposta, inizierà uno sciopero della fame.
Una casa è un diritto, non un privilegio. Chi ha costruito per necessità non è un criminale.
Per questo oggi più che mai serve giustizia, umanità e dignità per le famiglie campane.
Firma anche tu la petizione al seguente link:

