di Camillo Buono|
Seduto davanti al mio caffè, questa domenica mattina guardando alle notizie che i telegiornali ci propinano, penso a questi venti di guerra che ormai spirano nella nostra Europa e a quanto sia difficile distinguere la verità tra le pieghe dell’informazione. Le notizie spesso si contraddicono o tacciono ciò che è scomodo; la verità sembra diventata un concetto relativo, filtrato da interessi e ideologie politiche.
I sogni dei ragazzi, quelle primavere di riscatto che un tempo accendevano le piazze, oggi si sono trasformati in freddi inverni. Le piazze, un tempo animate da voci e proteste, sono ormai un ricordo lontano: oggi molti preferiscono restare sotto un plaid, con il placebo dei telefonini, piuttosto che vivere davvero la propria vita, dire “no” ai soprusi, “no” alle bugie, “no” a ciò che spesso viene imposto dall’alto senza possibilità di contraddittorio, limitandosi a mettere un like o condividere sui social pensieri che ormai confondono la vita reale e quella virtuale.
Eppure la verità è un’altra. Ci hanno abituati oramai a realizzare raccolte firme che poi vengono dimenticate in quei cassetti stipati nei palazzi del potere, ma la verità invece è che un popolo in piazza fa molta paura e ottiene spesso risultati concreti, immediati.
Non voglio con queste parole chiamare a mobilitazioni ma in qualche modo voglio svegliare le coscienze di tanti ragazzi. Non interessarsi del mondo appena fuori dalla porta di casa significa lasciarsi scivolare via la propria vita, il proprio futuro.
Il mio caffè domenicale diventa così un invito alla riflessione: guardare, capire e, soprattutto, partecipare. Perché il mondo che ignoriamo oggi sarà quello in cui vivremo domani.

