di Luigi Balestriere|
Non comincia sotto il suono delle campane giuste l’insediamento di Don Carlo, a Barano. Tutto è avvenuto alle ore 20.30, proprio quando è terminato il rito liturgico che ha sancito la nomina del nuovo parroco nella Parrocchia di San Sebastiano Martire. Tocchi lenti e cadenzati per lunghissimi minuti hanno fatto da colonna sonora ai titoli di coda all’evento non particolarmente apprezzato dai fedeli della Casa del Signore di Piazza San Rocco. E pensare che le campane, a Barano, dopo le 20.00 tacciono, mentre non si hanno notizie di abbandoni di anime dall’amministrazione terrena nel centro collinare e in ogni caso sancite dal silenzio della sera. Proprio nelle scorse settimane, infatti, la decisione di trasferire Don Paolo ha scatenato un vespaio di polemiche e un’onda tempestosa di dissensi. Solo nelle scorse ore è arrivata la soluzione evangelica, che ha un po’ tranquillizzato gli animi (e le anime), lasciando il prete delle tradizioni come vice.
Una strana e sinistra coincidenza ha salutato il nuovo sacerdote. La Santa Messa è stata celebrata nella Chiesa di San Sebastiano alla presenza del Vescovo, mentre al termine della funzione religiose hanno suonato mestamente le campane della Chiesa di San Rocco. Incredulità e ilarità tra i fedeli all’uscita dal luogo di culto che hanno subito mandato a soqquadro le già lacunose certezze dei cittadini, che hanno sguinzagliato le loro menti, smarrite tra i labirinti d’interrogativi inevasi. La mano esperta di un campanaro burlone che sapeva bene come digitare anonimamente i tasti giusti o un misterioso e alquanto inspiegabile mal funzionamento della scheda elettrica che ha coinciso perfettamente sotto il profilo temporale con il termine della funzione religiosa?
Intanto, già c’è chi è corso a consultare la Smorfia per giocare i numeri al lotto dopo una notte insonne di consultazioni numeriche tra ambi e terni, magari con una vincita urbi et orbi.


