di Camillo Buono|
Si sono conclusi ieri i festeggiamenti in onore di San Michele Arcangelo, patrono di Sant’Angelo d’Ischia, il piccolo borgo marinaresco dell’isola che ogni anno, a fine settembre, saluta l’estate con una delle celebrazioni più suggestive e sentite.
Sant’Angelo non è solo un luogo incantevole per il suo borgo pittoresco e i tramonti infuocati visti dall’istmo che unisce l’isolotto della “Torre” all’isola maggiore: è soprattutto comunità, devozione e tradizione. La festa di San Michele, infatti, non rappresenta solo un momento religioso, ma anche un rito collettivo che segna simbolicamente — e spesso anche meteorologicamente, con il cambio dei venti — la fine della stagione estiva.
Una storia millenaria di fede
Il culto di San Michele a Sant’Angelo ha radici antiche e profonde. Sul piccolo isolotto della “Torre”, oggi disabitato, i Monaci Benedettini edificarono intorno all’anno Mille un monastero, che abbandonarono nel 1432, lasciando però ai santangiolesi in eredità la devozione per l’Arcangelo. Quando, nel 1808, la chiesetta e la torre di avvistamento vennero distrutte da un bombardamento, la statua di San Michele fu trasferita nel piccolo villaggio di pescatori che andava sviluppandosi con le sue caratteristiche casette arrampicate sulla collina e affacciate sul mare.
Lì sorgeva una semplice chiesetta che, nel tempo, subì vari interventi di ampliamento fino a diventare parrocchia agli inizi del ‘900. Da allora ha assunto l’aspetto che conosciamo oggi, con il suo sagrato e il piccolo cimitero situato proprio di fronte.
La festa: tra fede, mare e spettacolo
Il 29 settembre, giorno della festa, il Santo ha percorso in processione le caratteristiche viuzze del borgo, accompagnato da musica, banda e spettacoli pirotecnici. Suggestiva anche la tradizione del “giro in barca” della banda musicale, che ha allietato con le sue note la marina fino ai Maronti.
Il 30 settembre si è svolto invece il momento più atteso: la processione via mare. Dopo la messa in piazzetta, il simulacro di San Michele è stato portato in spalla fino al vecchio molo e imbarcato, come da tradizione, sul peschereccio Pellicano V che subito dopo ha preso la navigazione seguito de decine di piccole imbarcazioni illuminate che, nell’oscurità, disegnavano una sorta di “rosario di luci” galleggiante.
Ad accompagnare la traversata da Punta Chiarito a Capo Grosso, uno spettacolo di fuochi pirotecnici che hanno incantato turisti e fedeli, trasformando il cielo notturno in un tripudio di colori e scintille. A conclusione, il rientro in chiesa e un emozionante spettacolo piromusicale che ha suggellato la festa.
Come a voler lasciare un ultimo segno, in serata a Sant’Angelo si è mostrata anche una tromba marina. In molti l’hanno interpretata come il simbolo della “spada” di San Michele, quasi un segno della sua presenza e del suo compiacimento per la festa.
San Michele porta via l’estate
Con i festeggiamenti a San Michele, Sant’Angelo ha salutato la stagione estiva. L’Arcangelo, patrono e protettore del borgo, rimane il cuore della comunità: un legame di fede, tradizione e identità che resiste al tempo e continua a illuminare il cammino dei santangiolesi.
E ora, con la fine dei festeggiamenti, il borgo pian piano si avvierà verso l’autunno, che con i suoi colori, i marosi e la sua quiete renderà Sant’Angelo ancora più magica. Se l’estate fa del borgo un luogo vivo, allegro e animato dal calore dei turisti, l’inverno lo trasforma in uno spazio intimo e riflessivo, dove il mare sembra parlare all’anima e il silenzio sussurra al cuore.
Foto Nicola Migliaccio – Enzo Maltese, Forio CB e Sant’Angelo d’Ischia il nostro avvenire è sul mare











