di Camillo Buono|
Questa domenica, mentre sorseggio il primo caffè della giornata, il mio pensiero volge a un tema che tocca da vicino chi vive su un’isola: gli Stati Generali delle Isole Minori. È un appuntamento importante, perché troppo spesso ci si abitua a quel sentimento di isolamento dal resto della nazione.
E noi ischitani lo conosciamo bene: quando in inverno i collegamenti marittimi vanno a singhiozzo, quando un’emergenza sanitaria ci obbliga a un trasferimento in terraferma con l’elicottero o l’idroambulanza, quando per trascorrere una domenica alternativa dobbiamo attendere “u’ traghett”.
Queste situazioni, col tempo, diventano abitudine, ma non dovrebbero essere la normalità. La normalità, per un’isola con sessantamila abitanti d’inverno e circa trecentomila in estate, dovrebbe significare avere e pretendere tutti i servizi essenziali: sanità, sicurezza, mobilità sostenibile. Non dico da “prima classe”, ma neppure da “terzo mondo”.
E sì, non chiediamo un ponte — per carità — ma almeno, soprattutto nei mesi invernali, vorremmo sentirci cittadini con la stessa dignità di chi vive con i piedi sulla terraferma.
L’impegno preso a Lipari rappresenta, e lo speriamo, l’inizio di una strada che ci permetta di sentirci meno isolati, più parte di un’Italia del 2025 che sappia garantire sicurezza e diritti anche a chi vive lontano dal continente.
E così, mentre mi ritrovo a fantasticare su un’isola del futuro, il mio caffè si è fatto freddo… meglio correr via a farmene un altro.
Buona domenica!

