Domenica si passa all’ora solare: l’ultima notte d’ora lunga. Qualche curiosità sul cambio d’ora

Published by

on

di Elia Mollo| (tempo di lettura 4 minuti)

Nella notte di domenica 26 ottobre, torneremo all’ora solare: alle 3:00 dovremo spostare le lancette un’ora indietro, tornando così alle 2:00. Dormiremo un’ora in più, è vero — ma le giornate ci sembreranno subito più corte.

Questo cambio, apparentemente banale, incide ogni anno su abitudini, umore e persino consumi energetici. L’ora legale, introdotta in Italia in modo stabile nel 1966 (dopo varie sperimentazioni sin dal 1916), nasce con un obiettivo preciso: sfruttare al meglio la luce naturale e ridurre il consumo di energia elettrica.
In altre parole, un modo semplice per “rubare” un’ora di luce alla sera e risparmiare sul conto della corrente.

Un risparmio reale o solo simbolico?

Negli anni ‘70 e ‘80, quando l’illuminazione pesava molto sui consumi domestici, l’ora legale garantiva risparmi significativi. Secondo Terna, negli ultimi decenni il beneficio si è ridotto, complice l’efficienza energetica e l’uso massiccio di apparecchi elettronici a tutte le ore.
Nel 2023, ad esempio, il risparmio stimato è stato di circa 70 milioni di euro e 370 milioni di kWh in sei mesi — un dato comunque non trascurabile.

Effetti sul corpo e sulla mente

Per molti, lo spostamento dell’orologio di un’ora sembra poca cosa, ma il nostro orologio biologico non è sempre d’accordo. Nei giorni successivi al cambio, il ritmo sonno-veglia può risultare alterato: c’è chi si sente più stanco al mattino, chi ha difficoltà a prendere sonno la sera.
Anche l’umore ne risente — specie in autunno, quando il buio arriva presto e può accentuare una certa “tristezza stagionale”. Tuttavia, questo ritorno all’ora solare ci riallinea ai ritmi naturali, con un’alba più luminosa e un crepuscolo anticipato.

Un’abitudine in discussione

Da anni l’Unione Europea discute l’abolizione del doppio cambio d’ora. Nel 2019, il Parlamento Europeo aveva proposto di lasciar scegliere ai singoli Stati se adottare stabilmente l’ora legale o quella solare. Ma la decisione definitiva è rimasta in sospeso, e così, per ora, le lancette continuano a muoversi avanti e indietro due volte l’anno.

Ischia e l’ora solare: il ritmo dell’isola cambia

Sull’isola, il cambio d’ora si fa sentire più di quanto si pensi.
Con il tramonto che scende presto sul Monte Epomeo e il buio che arriva già nel tardo pomeriggio, le attività all’aperto — dai lavori agricoli alle passeggiate — si riducono, mentre si accendono prima le luci dei locali e nelle case.

Per il settore turistico, ormai in chiusura di stagione, l’ora solare segna simbolicamente la fine dell’estate ischitana: meno corse serali di navi e aliscafi, orari anticipati per ristoranti e negozi, e più tempo trascorso in casa o nei bar dei paesi, tra una chiacchiera e un caffè.

Un piccolo grande cambio che ci ricorda, ancora una volta, che vivere su un’isola significa anche seguire i ritmi della natura, non solo quelli dell’orologio.

5 curiosità sull’ora legale
  1. Fu un’idea di Benjamin Franklin: nel 1784 propose di spostare le lancette per risparmiare candele.
  2. In Italia arrivò nel 1916, durante la Prima Guerra Mondiale, per risparmiare carbone.
  3. Tra il 1940 e il 1966 venne più volte sospesa e reintrodotta.
  4. L’ora legale dura oggi sette mesi, da marzo a ottobre.
  5. La Finlandia e altri Paesi nordici chiedono da anni di abolirla, perché altera troppo i ritmi naturali.
L’ora legale oggi: beneficio o abitudine?

Ma alla fine, vale davvero la pena continuare a cambiare l’orologio due volte l’anno?
Dal punto di vista energetico, il risparmio è ormai minimo: meno dell’1% dei consumi nazionali. Tuttavia, rimane un piccolo vantaggio economico e ambientale.
Sul piano umano, invece, l’impatto è più sottile: qualche giorno di stanchezza, un po’ di malinconia autunnale, ma anche la possibilità — in primavera — di godersi più ore di luce dopo il lavoro.

In fondo, l’ora legale è diventata più una consuetudine che una necessità, un modo simbolico per ricordarci quanto la luce del giorno continui a scandire le nostre vite, nonostante la tecnologia.
Un gesto semplice — spostare una lancetta — che ancora oggi ci fa riflettere sul valore del tempo, della luce e dei ritmi naturali che, volenti o nolenti, ci appartengono.

Foto dal web