di Camillo Buono|
Il mio caffè caldo domenicale oggi ha un sapore diverso. Fuori, una nebbia fitta avvolge Serrara e nasconde tutto: il mare, le case, perfino il Monte Epomeo sembra essersi dissolto nell’aria. Mi godo questo momento in silenzio, con lo sguardo rivolto verso l’invisibile, mentre dal vapore della tazzina sale il profumo intenso del mio caffè.
E mentre sorseggio piano, mi viene da pensare a un’altra nebbia – quella del consumismo – che ogni anno sembra avvolgerci sempre prima.
Sarà che il tempo passa veloce, sarà che ormai il calendario delle feste lo decide il marketing, ma quest’anno il Natale sembra essere arrivato con qualche mese d’anticipo. Basta entrare in un supermercato per trovarsi davanti negli scaffali scaffali già i panettoni, torroni e pandori, mentre fuori il sole ancora scalda come fosse fine estate.
Un tempo l’attesa del Natale aveva il suo fascino: le prime luci, il profumo di dolci in casa, la corsa agli ultimi regali sotto l’albero. Oggi, invece, sembra che la parola attesa sia scomparsa dal vocabolario. Tutto deve arrivare subito, anche le feste. Il consumismo non solo ha colonizzato le nostre tasche, ma anche il nostro calendario.
E così, mentre le giornate ci regalano ancora un tempo soleggiato, qualcuno oggi – chissà dove – starà già tagliando una fetta di panettone con il caffè della domenica. Le luminarie spuntano sempre prima, i negozi si colorano di rosso e oro quando ancora non abbiamo archiviato le vacanze estive.
Forse dovremmo tornare un po’ indietro, riscoprire la magia dell’attesa, il piacere di vivere ogni stagione per quella che è. Natale arriverà, come sempre, ma lasciamogli il suo tempo.
Intanto io, il mio caffè, me lo gusto senza zucchero e con un sorriso ironico: sperando che a dicembre, sotto l’albero, non mi ritrovi una colomba pasquale al posto del mio amato pandoro.

