l Caffè della Domenica: 2 Novembre, il giorno dei morti e il viaggio della vita

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di Camillo Buono|

Questa mattina, davanti a un buon caffè, il pensiero corre inevitabilmente al significato di questo giorno, del giorno dei morti. È una ricorrenza che, ogni anno, ci invita a fermarci un momento, a rallentare quel ritmo frenetico che spesso ci trascina senza accorgercene, e a volgere lo sguardo verso chi non c’è più.
Quest’anno cade di domenica, quasi come se il destino avesse scelto un giorno di quiete per accompagnare la riflessione.

La vita è un viaggio, un binario sul quale scorrono i nostri giorni. Per qualcuno è un tragitto sereno, per altri pieno di ostacoli, e spesso la differenza la fanno solo le latitudini in cui si nasce, le possibilità che ci vengono offerte, gli incontri che il tempo ci regala. Ma, in ogni caso, è un viaggio unico: non conosciamo la stazione di partenza né quella di arrivo. Siamo qui, sospesi in questo tratto misterioso, con i nostri respiri, le nostre gioie, le nostre fatiche e i nostri silenzi.

Chi ha terminato il proprio percorso oggi viene ricordato, e in questo gesto semplice — un fiore, una preghiera, un pensiero — c’è la parte più umana e profonda di noi. Perché ricordare è un modo per tenere viva la presenza di chi abbiamo amato, anche se il tempo, inesorabile, tende a cancellare tutto. Il ricordo, come la vita, non è eterno: rimane per un po’, poi si affievolisce, svanisce, fino a diventare eco.
Solo pochi, forse i “grandi”, lasciano un segno duraturo nella memoria collettiva, ma anche quel segno, un giorno, si dissolverà nel silenzio.

E allora, forse, il vero senso non è nel cercare di lasciare un’impronta indelebile, ma nel vivere pienamente il presente. Nell’assaporare il gusto della vita in ogni suo momento: nel profumo del mare, in una risata condivisa, in uno sguardo sincero, o in un semplice sorso di caffè.
Perché ogni giorno è un dono, e ogni attimo — anche quello più ordinario — contiene la meraviglia di esserci.

Oggi, mentre il pensiero corre a chi ha già proseguito verso la “stazione successiva”, ricordiamo che anche noi siamo solo di passaggio. E che il modo migliore per onorare chi ci ha preceduto è vivere davvero, con gratitudine e presenza.

Ma ora, prima di godere questa nuova giornata, è tempo che finisca il mio caffè… prima che si faccia freddo.