Due novembre, Don Antonio celebra la Santa Messa al cimitero di Serrara: “Aiutando chi soffre, aiutiamo Gesù”

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di Elia Mollo|

Nella giornata dedicata alla commemorazione dei defunti, ieri il cimitero di Serrara si è riempito di silenzio, preghiera e profondo raccoglimento. Tra i fiori freschi e la luce tremolante dei lumini, la Santa Messa celebrata da Don Antonio ha offerto a tutti i presenti un momento di riflessione e speranza, nel segno di un messaggio semplice ma potente: “Aiutando chi soffre, aiutiamo Gesù.”

Riprendendo le parole della Lettera di San Paolo ai Romani, Don Antonio ha ricordato che “se siamo morti con Cristo, crediamo che vivremo anche con Lui”. Un versetto che racchiude l’essenza stessa del 2 novembre: la morte non è una fine, ma un passaggio verso la vita eterna.

Con il tono sereno e profondo, il sacerdote ha invitato tutti a “prepararsi al Paradiso attraverso il bene quotidiano”:

Visitare i nonni, curare gli ammalati, aiutare chi ha bisogno: dietro ognuno di loro c’è Gesù. Aiutando loro, aiutiamo Gesù stesso.”

Parole che hanno toccato il cuore dei fedeli, richiamando il valore dei gesti concreti, dell’amore vissuto e della presenza accanto a chi soffre.

Durante l’omelia, Don Antonio ha anche voluto soffermarsi sul significato dei fiori e delle candele portati sulle tombe:

Il fiore che sboccia rappresenta la vita che non si ferma, e la candela che arde rappresenta la luce che illumina le tenebre del dolore.”

Un messaggio poetico che ha unito la simbologia del rito al senso profondo del ricordo, quel legame invisibile che continua a unire i vivi ai loro cari defunti.

Particolarmente toccante è stato anche il momento dedicato ai bambini, numerosi tra i presenti. Don Antonio, con la sua delicatezza che lo contraddistingue, ha spiegato come sia importante non tenerli lontani dal tema della morte, ma accompagnarli con parole giuste:

La morte non è la fine, ma un passaggio. I bambini la incontrano nei giochi, nei film, ma è nel nostro esempio che possono trovare la luce della fede.

Al termine della celebrazione, il sacerdote ha benedetto una ad una le tombe del cimitero di Serrara Fontana, in un gesto di profonda vicinanza spirituale. Poi, ha voluto riservare ai piccoli un momento di dolcezza: li ha chiamati accanto a sé, ha raccontato loro la storia del bruco che si trasforma in farfalla, simbolo della rinascita, e ha donato a ciascuno un segnalibro con una preghiera e dei torroncini, richiamando un’antica usanza.

Così, tra il profumo dei fiori e la luce dei ceri, la comunità di Serrara ha vissuto una giornata di memoria e speranza. Un tempo per ricordare chi non c’è più, ma anche per riscoprire la forza della fede e la bellezza della vita che continua.

Come ha concluso Don Antonio:

La vita non finisce con la morte, ma comincia con Dio. Il ricordo è il ponte che ci unisce a chi ci ha preceduti, e mantenerlo vivo è il nostro dovere d’amore.