Condono 2003, arriva la versione “rafforzata”: le nuove modifiche all’emendamento aprono scenari enormi per l’isola d’Ischia

Published by

on

Per. Ind. Camillo Buono|

Abbiamo avuto modo di visionare in anteprima il testo dell’emendamento con i correttivi: lo scenario cambia radicalmente anche per l’isola interamente vincolata.

Serrara Notizie ha avuto modo di visionare in anteprima l’emendamento correttivo che modifica e amplia il primo emendamento sul condono edilizio 2003, attualmente all’esame del Parlamento. E la portata delle modifiche è tutt’altro che marginale: siamo davanti a un intervento che, se approvato, riscriverà il destino edilizio dell’isola d’Ischia come nessun altro provvedimento degli ultimi vent’anni.

Il primo emendamento aveva già introdotto l’idea di riaprire il condono del 2003, suscitando discussioni, aspettative e anche timori. Ma il nuovo pacchetto di correzioni va molto oltre: chiarisce, amplia, specifica, elimina ambiguità e soprattutto apre possibilità che nella prima versione non erano affatto garantite. Per un territorio come il nostro, dove ogni metro quadrato è sottoposto a vincolo paesaggistico e dove migliaia di famiglie vivono in case costruite prima del 2003 ma mai regolarizzate, queste modifiche sono un cambio di rotta storico.

Uno dei punti più significativi è l’estensione della condonabilità a tutte le tipologie di abuso dell’Allegato 1, dalla 1 alla 6, su tutto il territorio nazionale. Nel primo emendamento questa apertura era presente ma “morbida”, ancora appesa alla discrezionalità interpretativa dei regolatori. Il nuovo testo la rende invece netta e inequivocabile. Un ampliamento, una sopraelevazione, una nuova volumetria, un fabbricato completo costruito entro il 31 marzo 2003: tutto torna, almeno in teoria, valutabile. Non più escluso a priori solo perché insiste in area vincolata.

E qui arriva il nodo decisivo per Ischia: il nostro vincolo paesaggistico non è un vincolo di inedificabilità assoluta. È un vincolo forte, sì, ma non un divieto totale. Le modifiche lo precisano: l’unico limite invalicabile per la sanatoria è rappresentato dai vincoli che vietano sempre e comunque edificazioni. In altre parole, molte costruzioni ischitane prima respinte in automatico potranno essere esaminate nel merito. È un cambiamento epocale per un territorio che ha sempre vissuto in una sorta di “condono dimezzato”, dove il vincolo era una barriera invalicabile.

Il correttivo elimina anche lo storico limite dei 750 metri cubi, che per anni ha condannato a morte amministrativa tantissime pratiche ischitane. Ora la norma è chiara: è sanabile tutto ciò che è stato ultimato entro il 31 marzo 2003, indipendentemente dalla volumetria. Una frase che nel primo emendamento non compariva con questa forza.

Altro punto che abbiamo verificato nel testo: la Soprintendenza non avrà più la possibilità di lasciare le pratiche in un limbo infinito. Le modifiche introducono un termine tassativo di 45 giorni: entro questo periodo deve arrivare un parere. Se non arriva, scatta automaticamente il silenzio-assenso. È forse la novità procedurale più attesa dai cittadini ischitani, molti dei quali hanno pratiche pendenti da quindici o vent’anni solo perché un ufficio non si è espresso.

E c’è di più. I Comuni dovranno chiudere i procedimenti pendenti entro dodici mesi. Il primo emendamento lo prevedeva, ma senza specificare cosa accadesse in caso di ulteriore inerzia. Le modifiche chiariscono tutto: trascorso l’anno, il richiamo al Testo Unico Edilizia apre la strada a un meccanismo di silenzio-assenso persino sul titolo edilizio, ovviamente esclusi i casi su cui grava un vincolo assoluto. Per Ischia, dove l’arretrato è enorme, è un terremoto amministrativo.

Naturalmente non tutte le opere potranno essere condonate, e il testo correttivo lo ribadisce con nettezza. Rimangono escluse le costruzioni in aree a rischio idrogeologico molto elevato, nelle zone franose attive, nelle aree del PUT a tutela integrale, nelle fasce di rispetto idraulico, così come gli interventi non adeguabili dal punto di vista sismico e tutti gli abusi realizzati dopo il 31 marzo 2003. Fuori anche le lottizzazioni abusive e gli edifici sorti su suolo pubblico o demaniale senza titolo.

Ma per tutto ciò che rientra nel perimetro ante-2003 e non tocca vincoli assoluti, la nuova versione dell’emendamento apre la porta a una regolarizzazione che l’isola attende da due decenni. Molte abitazioni oggi “in sospeso” potranno essere finalmente valutate con criteri chiari, e non più respinte per automatismi normativi nati in un’altra epoca.

Dopo aver visionato il testo, la sensazione è una sola: se questo schema verrà approvato così com’è, Ischia vivrà un passaggio epocale. Una sanatoria non totale, ma profondissima; non scontata, ma concreta; non caotica, ma finalmente governata da regole precise. Per migliaia di famiglie potrebbe essere la fine di un’era e l’inizio di un’altra: quella in cui la propria casa non è più un problema da nascondere, ma un bene riconosciuto dallo Stato.

E forse, per la prima volta dopo molti anni, l’isola potrà guardare al suo territorio non con paura, ma con la serenità di un futuro più chiaro e più stabile.