a cura di Antonietta Manzi|
In un futuro non troppo remoto, l’Europa è stata sommersa dalle acque, l’Inghilterra è diventata un arcipelago di piccole isole, gli equilibri mondiali sono cambiati sotto i colpi delle devastazioni ambientali. Uno studioso della letteratura della nostra attuale epoca è alla ricerca di un poema scomparso e i misteri intorno a questo componimento lo portano ad approfondire il mondo com’era prima della catastrofe, con la sua abbondanza e le sue bellezze, ma anche segnato dall’ottusità di chi lo abitava. Un romanzo sull’amore per la conoscenza e sui suoi limiti in tutti i campi, dalle relazioni personali all’arte e alla grande storia.
“Avevo la pergamena in grembo ed era come se le mie dita si muovessero per volontà propria. Mentre io mi ero persa a fantasticare, loro armeggiavano con il fiocco che avevo annodato poco prima nel Casale. Tirarono un lembo del nastro, il nodo si sciolse e la pergamena si srotolò completamente. Mi rizzai a sedere. Ovviamente, sapevo che cosa volevo. Osservai il sonetto finale, la corona, il fastigio dell’intera poesia. Riconobbi a Francis il merito dovuto, per l’evidente maestria necessaria a prendere il primo verso di ciascun sonetto, sistemarlo in rigorosa sequenza e ottenere un testo semplice e perfettamente sensato. Il sonetto conclusivo anticipava l’estremo congedo e assumeva il tono caldo di un addio solenne ed elegante. Ma conteneva anche un caloroso invito. Rivolto da Francis a me. Ci siamo amati per tanti anni.“
Ian McEwan, Quello che possiamo sapere, Einaudi 2025, 21 euro


Il libro è disponibile presso “IMAGAENARIA – LIBRERIA E CASA EDITRICE” ISCHIA PONTE

